Don't play with fire

Emeral Manor. Cork - Sirona

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    If it's a war you came to see you will never see a waved white flag in front me.

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    SIRONA Verbeia M.PARKINSON
    Settembre: settembre solitamente portava con sé il profumo dell'autunno nell'aria fresca dell'Irlanda. Le foglie iniziavano a cambiare colore e a cadere copiose lungo i viali alberati, ma non ancora. C'era vento, si, ma sembrava essere ancora molto caldo per essere settembre.
    Nella residenza Parkinson, la giovane Sirona si preparava per un allenamento di scherma che aveva atteso con ansia.
    La giovane aveva interrotto per il periodo estivo e anche perchè il suo maestro d'Arme era rientrato in Francia per passare del tempo con la famiglia.
    Il suo Maestro era tra i migliori d'Europa e aveva accettato di seguire personalmente gli allenamenti della rossa perchè in lei aveva visto determinazione ed energie che potevano portare ad un buon potenziale, questo fin da quando lei era una bambina. Aveva chiesto personalmente a suo padre se avrebbe potuto seguirla e lui aveva acconsentito proprio perchè voleva un bene dell'anima alla figlia, pur dicendo che fosse particolare nei suoi modi di fare. Non era comunque un problema per l'uomo spostarsi tra Londra e Cork, dove la donna aveva la sua residenza principale, in realtà se fosse stato necessario si sarebbe spostato praticamente ovunque pur di seguire i suoi allenamenti e la sua preparazione sportiva.

    La sala d'Arme dei Parskinson, quella che avevano fatto allestire alla Emerald Manor era un luogo speciale, un gioiellino nascosto all'interno di un'ala della casa, dove le pareti erano adornate da antiche armi, armature e ritratti di nobili antenati. La luce del sole filtrava attraverso le finestre a vetri colorati, creando una sorta di magia nell'aria. Era davvero bello quel posto.
    Sirona indossava un abito da scherma di lino nero e guanti di pelle, e i suoi capelli rossi erano tirati indietro in uno chignon impeccabile. Anche per quella tenuta aveva fatto inserire comunque la gonna, in grado di staccarsi dalla divisa in caso di necessità e dunque usarla non come un obbligo ma come accessorio. La giovane si era già scaldata con esercizi al corpo libero, inusuale veder quel tipo di attività in una donna che preferiva fare determinate cose in privato o non farle affatto.

    Per il suo maestro d'armi non era un problema, in Francia erano abbastanza avanti in merito alla questione e lui preferiva guardare al risultato. Lui era un uomo severo con baffi imponenti e una lunga, lunghissima esperienza nella scherma. Era stato un militare, un colonnello dell'esercito francese e aveva anche combattuto diverse guerre. Lui aveva insegnato a Sirona fin da quando era bambina, e ora, all'età di diciannove anni era giunto il momento che la giovane dimostrasse tutto ciò che aveva imparato.
    Mentre Sirona si allacciava la maschera, poteva sentire il battito accelerato del suo cuore. L'ansia e l'eccitazione si mescolavano nell'aria, mentre si preparava mentalmente per il combattimento in pedana. Respirò profondamente, cercando di trovare la calma interiore. I suoi occhi verdi si concentrarono sulla spada in mano al suo maestro, una lama affilata e splendente come il giorno in cui era stata forgiata. Aveva sull'elsa delle incisioni particolari. Anche lei si era fatta forgiare delle armi personalizzate ed era con quelle che prettamente preferiva combattere: in una delle spade si era fatta incidere la testa di un cavallo, dall'altra un corvo e l'arpa celtica, a rappresentanza dei simboli irlandesi. Come per i cavalli, era particolarmente gelosa delle sue cose, che mostrava e trattava con orgoglio.
    Il suo maestro era pronto e prima di iniziare aveva dato inizio ad uno dei suoi discorsi motivazionali con un profondo accento francese. Sirona annuì, confermando le parole dell'uomo: La scherma era effettivamente una danza mortale, e la precisione era la chiave per vincere un duello e lei era pronta per poter mostrare quanto valeva anche fuori dalla palestra. Peccato che nel regno non erano ancora pronti nel vedere una donna praticante della scherma come passatempo e come attività ricreativa. Ma le regole potevano essere infrante, no? Passo dopo passo lo avrebbe dimostrato.
    Anche Sirona era pronta per poter combattere e dunque si posizionò dalla parte opposta della pedana. - Possiamo iniziare allora.. Allez! En Garde!- Gridò determinata. Il combattimento iniziò con una serie di colpi scambiati, rapidi come il lampo, mentre la ragazza cercava di anticipare gli attacchi del maestro e di contrattaccare con grazia ed eleganza. Lo sguardo della giovane era furia sotto la maschera, ma non si lasciava sfuggire nemmeno un respiro affannato. La sala risuonava del suono del metallo che si scontrava: I due si affrontavano come se fosse una guerra decisiva. Il rumore delle lame che si scontravano riempiva l'aria, insieme al respiro pesante dei due combattenti. Il Maestro con la sua esperienza e abilità, stava mettendo Sirona alla prova come mai prima d'ora. Colpo dopo colpo, avanzava con destrezza, cercando di superare la difesa della ragazza.
    Sirona sentiva la fatica pesare sulle sue spalle e il sudore scorrere lungo la sua fronte. Ma dentro di lei bruciava un fuoco, un desiderio ardente di dimostrare la sua abilità e il suo impegno. I suoi pensieri erano concentrati, la sua mente chiara come il cielo notturno. Sirona chiuse gli occhi per un istante, cercando di concentrarsi sulla mente del suo maestro, cercando di prevedere il suo prossimo colpo. All'improvviso, Sirona fece un movimento audace, un attacco inaspettato che prese il Maestro di sorpresa. La sua lama sfiorò il petto dell'uomo e per un istante, il tempo sembrò fermarsi. Il Maestro allora tentò un attacco finale, ma Sirona, con una mossa audace e precisa, lo sorprese, disarmandolo e mettendo la lama della spada alla sua gola. Sirona aveva avuto successo. Aveva superato il suo maestro, dimostrando che la sua dedizione e il suo duro allenamento avevano portato frutti. L'uomo si fermò, sorpreso e ammirato dall'abilità della ragazza. La tensione si sciolse nell'aria mentre il Maestro, privatosi della maschera sorrideva con orgoglio. Si era complimentato per come la donna aveva gestito il combattimento, mostrandosi visibilmente migliorata nel mantenere il controllo delle sue emozioni. Sirona abbassò lentamente la sua spada e si inchinò con rispetto
    - Grazie, Maestro. Il vostro insegnamento è stato inestimabile.. Continuerò a migliorare giorno dopo giorno. Ho un obiettivo che voglio portare a termine e riuscirò nell'impresa - disse. I muscoli delle braccia della giovane erano tesi, ma il suo viso rifletteva una determinazione indomita. Era abituata a sfidare gli stereotipi della società dell'epoca, che vedeva le donne come creature fragili e delicate. Ma Sirona non era né fragile né delicata; era una lottatrice, una guerriera nell'animo. E lo avrebbe dimostrato
    Era una donna del XIX secolo in un mondo che non sempre accettava le sue aspirazioni, ma non avrebbe mai smesso di lottare per ciò in cui credeva. Con la spada in mano e la determinazione nel cuore, Sirona Parkinson si preparava a sfidare qualsiasi avversità che il futuro avrebbe potuto riservarle.



    Mistress of The Void
     
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0 replies since 2/9/2023, 14:44   17 views
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