Hiding in the pages

Thomas e Eluned

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    29 anni · Babbano · Valletto di Faramir A. Gondor · Portfolio
    Thomas Barrow
    Se per i servitori personali di nobili ed alti funzionari le visite a corte erano sempre un momento tanto atteso, che permetteva loro di svagarsi e di passare del tempo con gente che vedevano di rado in un ambiente eccelso, Thomas non condivideva di certo la loro eccitazione. Al contrario, disprezzava particolarmente le visite a corte, proprio per le stesse ragioni che spingevano gli altri servitori ad apprezzarle così tanto.
    Sempre sulle sue, Thomas tendeva a non piacere agli altri servitori, e loro di certo non piacevano a lui. Non aveva mai una parola gentile per nessuno, e per questo motivo, veniva sempre escluso da qualsiasi momento di aggregazione gli altri decidessero di avere. Non che gli dispiacesse davvero, comunque.
    L'unica persona con cui andava d'accordo era sua sorella Jane, ma siccome serviva un'anziana Lady con problemi di salute, spesso non si recava nemmeno a palazzo quando ci andavano tutti gli altri, e quindi nella maggior parte dei casi non aveva nemmeno lei dalla sua parte. In quell'occasione, invece, aveva avuto almeno una nota positiva: Jane era andata a corte. Thomas non l'aveva vista per più di un anno, perciò era stato certamente lieto di poterla riabbracciare. Eppure, anche sua sorella passava quasi tutto il suo tempo insieme agli altri, e seppure avesse provato in più occasioni a coinvolgere anche Thomas, lui per primo aveva preferito allontanarsi.
    Quando si trovava a Buckingham Palace, quindi, faceva sempre tutto ciò che era in suo potere per starsene lontano dagli altri servitori. Quando poteva, cercava di starsene rinchiuso nella stanza a lui assegnata, uscendo solamente quando strettamente necessario. Ma non sempre gli veniva permesso, e per questo motivo preferiva direttamente non farsi trovare.
    I servitori non potevano girare liberamente nelle aree dedicate agli illustri ospiti del palazzo, eppure Thomas non era mai stato uno da seguire le regole, se quelle non gli facevano in qualche modo comodo. Al contrario, era molto bravo ad arrampicarsi sugli specchi, e quindi riusciva sempre, in qualche modo, a cavarsela anche nelle situazioni più scomode, quando veniva scoperto a fare qualcosa che non doveva, sebbene ciò capitasse di rado. Come quando era stato scoperto da Lord Gregory, ma era stato così bravo a rigirarsi la questione, che era riuscito addirittura ad ottenere la stima del nobile più rigido di tutta la corte.
    Nell'ultimo anno, durante le visite a corte, aveva spesso cercato anche di trovare occasioni per incontrare di nuovo Miss Euphemia, che Thomas considerava una delle sue amicizie più strette, sebbene i due potessero vedersi solamente di nascosto. Non era di certo dignitoso, per una fanciulla di tale rango, avere a che fare con un Babbano come lui. Ma Miss Euphemia era stata sicuramente un caso a parte, quell'eccezione che non si sarebbe mai più ripetuta. Gli alti funzionari non si mischiavano con una specie tanto inferiore da non essere nemmeno in grado di utilizzare la magia. E non era solo l'etichetta a dirlo, ma proprio la legge.
    Girare per il palazzo reale, quindi, era pericoloso, ma Thomas sapeva come uscire da situazioni scomode, e per questo motivo non si faceva intimorire dalla possibilità di andarsene dove teoricamente non avrebbe potuto. Ed il posto dove preferiva andare era sempre la biblioteca.
    Durante le visite a corte, quasi nessuno passava il suo tempo in biblioteca, anche se era ugualmente raro trovarla completamente vuota. Di solito c'era sempre almeno una persona, e ciò voleva dire che lui non ci poteva stare. Quello che faceva, quindi, era intrufolarsi all'interno, prendere dei libri che gli sembravano interessanti, e poi andare a cercare qualche posto tranquillo e nascosto dove leggerli. In quel pomeriggio di gennaio, invece, il tempo sembrava essere sufficientemente buono perché parecchia gente si recasse anche all'esterno, oltre ad affollare come sempre i salotti. E ciò voleva dire che la biblioteca era, finalmente, per una volta completamente libera.
    Thomas aveva deciso di approfittarne. Entrò in biblioteca con passo rigido e composto, perché se qualcuno lo avesse fermato, avrebbe risposto che Faramir lo aveva mandato a prendere un libro per lui. All'alto funzionario non piaceva mentire, ma lo avrebbe fatto per proteggere Thomas, se fosse risultato necessario, perciò il servitore non aveva dubbi che l'Auror potesse coprirlo in caso di bisogno. Una volta all'interno della biblioteca, però, assunse un atteggiamento più furtivo, mentre si aggirava tra gli ampi scaffali. La biblioteca di Villa Gondor non era nulla, in confronto a quella di Buckingham Palace. E, a differenza della biblioteca della famiglia Gondor, che aveva quasi solo libri di strategia militare, quella della famiglia reale aveva volumi su qualsiasi argomento possibile.
    Per essere un servitore, e soprattutto per essere un Babbano, Thomas era estremamente colto, avendo letto ogni singolo libro presente nella biblioteca della famiglia Gondor. Ed era, quindi, anche un esperto di strategia militare, sebbene non si trattasse affatto del suo argomento preferito. A poter scegliere, era la storia che lo affascinava maggiormente. E per questa ragione, fu verso i trattati storici che si trovò a gravitare all'interno di quella biblioteca, andando infine a scegliere un volume che trattava della nascita della divisione in caste. Era un argomento che conosceva bene, aveva già letto libri a riguardo, ma era certo che in quella biblioteca avrebbe trovato informazioni sull'argomento che non aveva mai visto prima altrove.
    Scelto cosa leggere, quindi, andò a cercare una posizione ben nascosta in fondo alla stanza. Individuò un angolo che potesse fare al caso suo, in un reparto dedicato alla magia trasfigurativa che dubitava potesse catturare l'interesse di qualche invitato a palazzo, e si accucciò a terra fra gli scaffali. Seduto con le spalle contro una parete, quindi, di tanto in tanto lanciava un'occhiata fra i libri ben organizzati, per cercare di guardare oltre essi e vedere se arrivava qualcuno. Il silenzio, però, denotava la totale assenza di altre persone, e ciò era sicuramente un punto a suo favore. Perché se fosse stato scoperto, si sarebbe dovuto inventare qualcosa in fretta per cavarsela anche stavolta. Ma intanto, comunque, ne stava approfittando per leggere, ed ampliare ancora di più la sua già più che notevole cultura.

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    Eluned la pensava come Thomas, disprezzava quegli eventi a più non posso. Non condivideva nemmeno lei l’eccitazione di tutti. Per quello l’insoddisfazione cresceva, perché non poteva nemmeno mostrarlo apertamente, almeno non dopo la conversazione di mesi fa con suo padre e suo fratello.
    In un certo senso si emarginava e accadde anche quel giorno. Pure lei non poteva rimanere tutto il tempo chiusa nella stanza affidata, anche perché sua madre avrebbe iniziato a stressarla. Ebbe la stessa idea dell’uomo nel cercare rifugio nell’edificio; infatti, non perse tempo ad entrare, proprio perché tutti gironzolavano all’esterno lei optò per un luogo solitamente tranquillo. Aveva da poco pranzato, ma non rimase troppo a tavola, perché i “suoi” libri l’attendevano. Appena entrò si guardò intorno, apparentemente sembrava vuota, era decisa ad approfondire i suoi studi riguardo il divenire un animagus.
    Si recò proprio nel reparto della magia trasfigurativa. Ripeteva a bassa voce quello che aveva già studiato in questi giorni. «[color=#a5e4e2Sebbene a differenza di chi è Trasfigurato in un animale, gli Animagi mantengano le loro facoltà mentali.[/color]» Sottovoce parlottò. Cercava di fare mente locale, fino a quando non sobbalzò alla vista di Thomas. Si irrigidì, riconoscendo il servitore di Faramir. Al contrario di altri, a turbarla non fu il fatto che un servitore fosse lì, ma la probabilità che nei paraggi ci fosse Faramir e di istinto iniziò a guardarsi intorno. «Faramir?» Provò a cercarlo, invano, si sfiorò il lungo vestito verde acqua, dalla scollatura casta, con le maniche strette ma sulle spalle più increspato. Il corpetto aveva dei decori con perle. L’abito era incantato in modo da tenerla al caldo e che l’effetto lucido risaltasse anche senza la luce riflessa.
    Gli unici gioielli che indossava furono una collana con uno smeraldo e degli orecchini, pendenti, con la stessa pietra. I capelli erano raccolti in una treccia adagiata sulla spalla sinistra.
    Mira alla luna anche se sbagli atterrerai tra le stelle


    Edited by Eluned - 22/4/2023, 14:46
     
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    Thomas Barrow
    La lettura che Thomas stava portando avanti si rivelò essere più avvincente di quello che il Babbano poteva aver inizialmente pensato. Neanche si fosse trovato fra le mani un romanzo di avventura del tutto coinvolgente, finì con l'estraniarsi dalla realtà, preso com'era dalle parole scritte su quel volume. Erano poche le persone che potevano ottenere un simile effetto da un trattato storico, e di certo nessuno si sarebbe mai potuto aspettare una cosa del genere da un umile servitore Babbano. Altro particolare che rendeva Thomas decisamente diverso da tutti gli altri come lui.
    Non fece caso al leggero rumore di sottofondo di passi in avvicinamento, e se non notò quelli, di certo non poté sentire nemmeno la voce molto lontana che sussurrava dalla distanza. Solo quando i passi lo ebbero quasi raggiunto, arrivando a circa un metro dallo scaffale dietro al quale era nascosto, Thomas si rese conto di non essere più solo. Con un movimento di scatto, immediatamente balzò in piedi, assumendo una posa rigida e portando entrambe le braccia dietro la schiena, un po' perché faceva parte della sua posa, un po' per nascondere il libro.
    Quando la donna raggiunse un punto dal quale i due si sarebbero potuti vedere, Thomas la riconobbe subito: era Miss Eluned Potter, un'amica di Faramir di vecchia data. Ed era la sorella del Maggiore Potter, una figura sempre presente nella quotidianità di Faramir e che Thomas, personalmente, non sopportava: l'Auror era sempre di buon umore, ed il Babbano non capiva cosa potesse mai esserci nella vita da essere così allegri.
    Anche lei lo aveva certamente riconosciuto. Se non avesse capito che si trattava del servitore di Faramir, infatti, non avrebbe certamente provato a chiamare l'amico, per vedere se si trovava anche lui nei paraggi. Ma il fatto che fosse stata un'amica di Faramir a scoprirlo poteva essere un vantaggio per Thomas. Avrebbe, infatti, potuto sfruttare meglio la situazione per giustificare la sua presenza sul posto, e dunque avrebbe avuto più possibilità di non finire nei guai per essersi introdotto dove in teoria non gli era esattamente permesso andare.
    «Miss Eluned!» esclamò con tono estremamente formale, per poi inchinarsi in maniera profonda e servile, seppure mantenendo l'eleganza che era sempre richiesta dal personale al servizio di famiglie importanti. «Mi dispiace molto deludervi, ma purtroppo il Capitano Gondor non è qui al momento, ci sono solo io» si affrettò a farle presente, perché capisse che non avrebbe potuto trovare Faramir ad accompagnare Thomas.
    Pronunciare quelle parole, in attesa di una risposta da parte della donna, fu esattamente ciò di cui Thomas aveva bisogno, perché era il tempo che gli serviva per macchinare qualcosa, per pensare ad una ragione per cui poteva trovarsi in un angolo del reparto dedicato alla trasfigurazione, quando con sé aveva un libro di storia. La sua espressione venne mantenuta quanto più possibile fredda e distaccata, ma un osservatore attento avrebbe potuto notare che stava iniziando a sudare freddo. Anche se, comunque, non era ancora arrivato il momento di andare nel panico. Poteva ancora uscirne a testa alta e senza fare nessuna figuraccia, inventando una scusa molto plausibile. Ecco, doveva solo sbrigarsi a pensarla.
    Mentre il suo cervello ragionava a grande velocità, vagliando tutte le possibili opzioni di direzione che la conversazione avrebbe potuto prendere, e gli ingranaggi nella sua mente giravano in maniera considerevole, Thomas cercò di mantenere un'espressione quanto più possibile seria ed impostata, come si conveniva ad una figura nella sua posizione. Dopotutto era un servitore, e davanti alle persone che serviva, non poteva che apparire come un manichino animato, rigido e preciso, pronto ad ubbidire a qualsiasi cosa gli venisse detta da chi gli era superiore.

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    ELUNED POTTER
    Lo studio per divenire Animagus non poteva più attendere aveva bisogno di approfondirlo e non pensare al momento più alla questione di Alec, che le portava via parecchio tempo per analizzare tutti i giornali; quindi, essere lì era un buon modo per studiare. Non poteva di certo portarsi i giornali dietro, avrebbe dato nell’occhio, quindi finalmente era “libera”, per pensare al suo vero obiettivo. Purtroppo, Alec lo stava divenendo.

    Il tutto si interruppe alla vista di Thomas, era convinta infatti ci fosse all’interno anche Faramir, quindi lo chiamò. Non urlando, pensava che fosse quasi nella stessa stanza con il servitore, ma non fu così, rimase un attimo interdetta però. Per quanto per una “ribelle e rivoluzionaria” come lei non c’era niente di male se l’altro girasse o se né stesse per i fatti suoi a leggere. Anzi questo sarebbe stato d’apprezzare, ma era conscia che non poteva. L’altro non poteva permettersi ciò. Quindi lo guardò un attimo interdetta. Lo salutò con un cenno del capo, guardandolo. «Ah capisco.» Lo notò, si rese conto non trovando Faramir, ma ebbe conferma anche vocalmente. Si guardò intorno e un po’ confusa, per una volta era lei quella a essere sorpresa da qualcosa contro le regole. Non disse altro e non si giustificò, si guardò dietro le spalle per assicurarsi non fosse entrato qualcun altro ed esclamò. «Possiamo dire che il Capitano Gondor, vi ha chiesto di aiutarmi a trovare alcuni libri per i miei studi.» Disse di punto in bianco, come se gli stesse fornendo lei la giustificazione. «E nel frattempo potete leggere il vostro libro di…» Come a invogliarlo a dirgli il titolo o insomma il genere. Lo voleva coprire? Sì. Non sapeva se effettivamente come scusa avrebbe retto, ma probabilmente aveva capito l’antifona. Aveva l’espressione sorridente con i tratti del viso più affilati, un sorrisetto quasi giocoso sulle labbra.
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    29 anni · Babbano · Valletto di Faramir A. Gondor · Portfolio
    Thomas Barrow
    Per Thomas, essere colto in un posto nel quale non doveva stare era chiaramente un motivo di disonore. Tuttavia, a trovarlo lì era stata Miss Eluned, carissima amica di Faramir ormai praticamente da tutta la vita. Nonché una persona estremamente ribelle, da quello che gli aveva raccontato Faramir di lei, che coglieva ogni possibile occasione per andare contro le regole. Ovviamente, lui non l'aveva mai vista in simili atteggiamenti, ma doveva ammettere anche di averla vista fin troppo poche volte, e sempre per pochi istanti ed in situazioni controllate. Era la prima volta, quella, in cui si trovava da qualche parte da solo con lei.
    Era difficile capire, a quel punto, come la donna avrebbe potuto reagire alla sua vista. Non era la prima volta che Thomas veniva beccato a leggere in zone del palazzo reale nelle quali tecnicamente non sarebbe potuto andare, ma era sempre riuscito, in qualche modo, a cavarsela in maniera egregia. Come quando lo aveva beccato Lord Gregory, ed alla fine della conversazione aveva lasciato la stanza con l'apprezzamento di una delle figure più rigide del regno.
    Anche questa volta, quindi, era già pronto a tirare fuori una scusa. Generalmente, quando veniva scoperto da qualche parte con un libro in mano, diceva sempre di essere stato mandato da Faramir per recuperare questo o quel volume. Era una scusa che funzionava benissimo, che aveva utilizzato tutte le volte che aveva messo piede di straforo nella biblioteca del palazzo reale e qualcuno si era accorto della sua presenza.
    Con Miss Eluned, invece, sembrava quasi non fosse necessario, stando almeno alle parole che la donna gli rivolse. Dopo aver compreso, forse con disappunto, che Faramir non era lì presente insieme al suo valletto, quella gli disse che non c'erano problemi, che poteva fingere di averla accompagnata per ordine di Faramir e poteva leggere in pace.
    Quando qualcuno era troppo gentile con lui, specie se si trattava di qualcuno di casta più alta, Thomas era sempre decisamente sospettoso. Anche con Miss Euphemia aveva avuto forti sospetti, prima di accettare che fosse solamente una persona gentile, ed instaurare con lei quella che poteva essere chiamata una specie di amicizia clandestina. Le parole di Faramir, comunque, gli tornarono alla mente: Miss Eluned era una ribelle. Forse, dunque, non stava mentendo, e davvero era genuinamente interessata ad aiutarlo. Di tutte le persone che avrebbero potuto scoprirlo in quella biblioteca, forse lei era l'unica a cui avrebbe potuto dire la verità riguardo al perché si trovava lì.
    Con chiunque altro avrebbe mentito, avrebbe attivato una mentale partita a scacchi nella quale avrebbe cercato di vedere oltre le mosse dell'avversario, e sarebbe andato avanti di menzogna in menzogna, mantenendo sempre la sua imperturbabile espressione da servitore perfetto e passando per qualcuno che stava dicendo la pura verità. Ma con la migliore amica di Faramir, era davvero necessario mentire? Probabilmente, sarebbe parso più sospetto se avesse mentito, e non avrebbe fatto una buona impressione, oltre a far fare una pessima figura a Faramir.
    Se invece avesse detto la verità, avrebbe rischiato di passare grossi guai. Un qualsiasi ospite del palazzo che lo avesse scoperto lì lo avrebbe potuto scacciare e far punire severamente, portando Faramir a fare una figura terribile. Ma Miss Eluned, diceva sempre Faramir, era contraria a molte delle regole che la società imponeva. Era una di quelle persone che facevano sempre quel che volevano, che fosse aderente all'etichetta o il completo opposto di quello che ci si aspettava. E non le piacevano la maggior parte degli appartenenti alle prime due caste del regno, con l'eccezione di Faramir e di ben pochi altri eletti.
    Un'altra ragione per cui trovava che Miss Eluned potesse essere sincera nelle sue parole, era perché gli aveva dato del voi quando si era rivolta a lui. Quando mai aveva sentito qualcuno rivolgersi in quel modo ad un misero servitore? Nessun servitore riceveva mai un trattamento onorifico che solitamente spettava solo a figure di alta levatura. Dunque o lo stava prendendo in giro, o era davvero così contraria a qualsiasi forma di regole e di etichetta che non le importava nulla se un servitore avesse preso in prestito dei libri dalla biblioteca di Buckingham Palace.
    Insomma, forse con lei avrebbe potuto evitare di nascondersi. Tuttavia, abbassò il capo con aria colpevole, senza negare di essere stato sorpreso mentre era intento ad una lettura di piacere. «Chiedo scusa, non era mia intenzione fermarmi in un punto in cui avrei potuto recare disturbo» disse con sincerità, tenendo la testa bassa ma lo sguardo sollevato, così da guardare comunque la donna negli occhi. «Solitamente questo reparto non attira avventori» aggiunse, per spiegare come mai avesse scelto quel punto specifico per mettersi a leggere. Il libro che stava leggendo, comunque, era ancora ben nascosto dietro la schiena, con due dita infilate fra le pagine per tenere il segno di dove era arrivato a leggere.
    Solo a quel punto sollevò la testa. «Non posso però accettare una simile cortesia da parte vostra, sono solo un servitore, dopotutto» si affrettò comunque a dire, perché voleva rendere chiaro di non avere la minima intenzione di approfittarsi di quella situazione. Era stato lo stesso quando aveva conosciuto Miss Euphemia, che lo aveva trattato come un suo pari, quando lui chiaramente non lo era affatto.
    Alla domanda riguardo a cosa stesse leggendo, comunque, Thomas tolse le braccia da dietro la schiena, pur sempre senza abbandonare la sua posa rigida e decorosa, e portò il braccio sinistro lungo il fianco. La mano sinistra, coperta da un mezzo guanto color carne a nascondere la sua ferita da maledizione, era distesa e rilassata. La mano destra, invece, reggeva ancora il libro chiuso, con due dita all'interno a segnare dove fosse arrivato a leggere.
    Non mostrò esattamente il libro alla donna, ma smise almeno di nasconderlo, permettendole quindi di buttare su di esso un'occhiata di sfuggita. Era un tomo grosso e dall'aria piuttosto antica. «Leggevo un trattato storico riguardante le azioni di governo del regno che hanno portato alla suddivisione in caste» disse, parlando in modo decisamente erudito. Per essere un servitore, dopotutto, Thomas era decisamente colto. E quell'argomento che stava leggendo, intriso di nozioni storiche tutt'altro che semplici, risultava pesante ed ostico da comprendere perfino per molti di coloro che avevano ottenuto una formazione esemplare a Hogwarts o in qualche altra scuola di magia privata. Lui, invece, era solo un Babbano, ma il suo livello di cultura faceva invidia a fin troppi nobili ed alti funzionari. Solo che, in quanto servitore, tendeva a tenere questo particolare di sé nascosto a tutti tranne Faramir e ben pochi altri eletti, perché essere informato non rientrava dei suoi doveri di valletto.
    Sperava, comunque, che scoprire questo particolare di lui non desse a Miss Eluned un'idea sbagliata di come Thomas era fatto. Non era uno di coloro che si facevano vedere con un libro dai temi importanti in mano solo per darsi delle arie, senza nemmeno capire cosa ci fosse scritto dentro, ma era in realtà davvero interessato allo studio ed alla cultura, e sarebbe stato in grado di sostenere lunghe conversazioni sugli argomenti di storia e di strategia militare, e soprattutto di strategia militare legata ad eventi storici, se gliene fosse capitata l'occasione.

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    I suoi occhi scintillavano di eccitazione mentre si addentrava nella tranquilla biblioteca, piena di scaffali alti che reggevano tesori letterari. Una luce soffusa illuminava l'ambiente, creando un'atmosfera accogliente e invitante. Stava per intrattenere una conversazione con il servitore di Faramir, ma lei non si scandalizzò per la sua presenza in biblioteca. Anzi, fu colpita positivamente dalla passione che traspariva dal suo volto mentre studiava attentamente le pagine. Trovò affascinante che un servitore dedicasse del tempo alla lettura e allo studio, dimostrando un'intelligenza e una curiosità che andavano oltre il suo ruolo. Quando udì che libro stesse leggendo, nonostante le differenze sociali apparenti, Eluned si sentì affascinata e stimolata dall'intelletto del servitore. Apprezzò il fatto che egli era così aperto e desideroso di imparare, rompendo gli schemi tradizionali della società. Per l’Alta Funzionaria, la passione per i libri era una fiamma che ardeva dentro di lei, e vedere la stessa passione nel servitore creò un'atmosfera di comprensione reciproca. Infatti, continuò a essere rispettosa mantenendo il “voi”. «Comunque nessun disturbo.» E un po’ più ironica. «Me sì però.» Sull’attirarla in quel reparto. «Siete un servitore, ma siete anche una persona. Non dimenticatelo mai.» Da qui traspariva l’animo ribelle contraria alle convenzioni sociali. Non si scompose quando comprese, appunto, il tema del libro. Eluned era una donna dal carattere forte e determinato, dotata di una mente aperta e di un'innata compassione per gli altri. «La divisione tra caste è qualcosa di puerile in una società che cerca di evolversi. Per quello vi informo che ho intenzione di aprire delle scuole in città, a Londra e non solo… Per le caste più basse, così che magari potreste aiutarmi ad attirare altre persone. Voi siete un esempio che la cultura è per tutti.» Esprimeva apertamente la sua convinzione che le persone dovessero essere valutate non in base al loro lignaggio, ma alla loro integrità, alla loro intelligenza e alle loro azioni. Con voce calma e pacata, la donna espresse la sua opinione sul fatto che la divisione in caste fosse ingiusta e dannosa per la società nel suo complesso. Sottolineò con quell’ultimo dire come tutti gli individui, indipendentemente dalla loro origine sociale, dovessero essere trattati con rispetto e considerazione. La nobiltà interiore di Eluned non conosceva confini ed era capace di superare le barriere sociali, dimostrando che il valore di una persona risiede nella sua autenticità e nelle sue azioni, non nel suo rango o nella sua provenienza.
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    Thomas Barrow
    A quanto pareva, la sua presenza non stava causando alcun disturbo alla donna, sebbene a Thomas decisamente non fosse permesso trovarsi in quel luogo. Eppure, invece che contrariata per averlo trovato lì, l'amica di Faramir sembrava decisamente più incuriosita che altro. Un tratto davvero interessante, ed una caratteristiche che a Thomas non era mai capitata prima.
    Inoltre, la donna lo stava trattando come fosse un suo pari, rivolgendosi a lui con la stessa formalità che avrebbe potuto rivolgere ad un alto funzionario o ad un nobile. Anche quelle erano accortezze alle quali Thomas non era affatto abituato. Quando mai qualcuno lo trattava in quel modo? Appunto, mai. Nemmeno Faramir, che era suo amico ed amante, poteva suggerire un approccio formale nei confronti del suo servitore. Ed ora, invece, il Babbano si trovava in compagnia di una persona che lo stava trattando con più rispetto di quello che gli era dovuto, e non era certo di sapere cosa farsene.
    Da una parte, era chiaramente sospettoso. Se si fosse trattato di chiunque altro, si sarebbe potuto aspettare che gli mostrasse un volto davanti, ma poi lo denunciasse di dietro. Ma si trattava della migliore amica di Faramir, e di una donna che andava ben oltre gli schemi che la società solitamente dettava. Per questo motivo, da lei forse si poteva aspettare che quel comportamento fosse genuino. Tuttavia, da abilissimo scacchista quale era, pensava usualmente qualche mossa in avanti, e si stava mentalmente preparando alla peggiore delle ipotesi, giusto per essere pronto in caso il peggio si fosse verificato.
    «Sono un servitore e sono una persona, è vero. Ma il posto della mia persona non è comunque questo, e quindi non posso che scusarmi per la mia presenza» disse in risposta alle parole della donna. Un conto era ammettere di avere anche lui dei diritti, un altro era cercare di appropriarsi di diritti di un'altra casta che a lui decisamente non spettavano.
    Quando poi disse ciò su cui stava leggendo, la donna espresse la sua opinione riguardo all'all'argomento, informando Thomas riguardo a quelli che erano i suoi progetti per il futuro. Il Babbano rimase fortemente sorpreso, nel sentire quelle parole, anche se cercò di non darlo troppo a vedere. Mascherare le sue emozioni dietro ad una rigida etichetta, dopotutto, era il suo forte.
    «Al contrario, trovo che la divisione in caste sia utile per mantenere ordine nel regno. Sono felice che la mia casta si trovi sul fondo? Non proprio. Ma allo stesso tempo, posso anche provare e riprovare per tutta la vita fino a diventare viola in volto, ma non otterrò comunque dei poteri magici se ne sono nato sprovvisto. In ogni caso, la mia condizione mi rende estremamente privilegiato rispetto anche a molti maghi, quindi ho poco di cui lamentarmi» ci tenne ad esternare il suo punto di vista. Nonostante detestasse la sua condizione di Babbano, e come le persone del suo calibro venivano trattate, tenute ai margini della società, era comunque convinto che senza caste ci sarebbe stata un'anarchia che nessuno sarebbe stato in grado di controllare. Dunque non poteva fare altro che bearsi del fatto che alcuni popolani se la passassero decisamente peggio di lui.
    Trovò invece interessante l'informazione riguardo all'apertura di scuole per i più poveri, per coloro che di solito venivano considerati non aventi diritto ad una cultura. «E sono scuole a cui sarebbero ammessi anche i Babbani?» domandò con un certo stupore, perché fino a quel momento non aveva mai sentito nulla del genere. Le scuole del regno erano solo per i maghi, quelli come lui spesso era già tanto se sapevano leggere e scrivere. Non tutti avevano la sua fortuna di crescere in una casa di alti funzionari, con una biblioteca estremamente fornita interamente a sua disposizione, ovviamente quando il maggiordomo Carson non guardava.
    «Temo, però, di non poter essere di grande aiuto nel reclutare degli studenti. Questo perché non godo affatto di una buona reputazione fra i miei pari, e nessuno mi darebbe retta» ammise poi con un certo imbarazzo, ma senza lasciar vacillare in alcun modo la voce con cui stava parlando. Il suo orgoglio, infatti, lo portava a mantenersi sempre rigido e formale, anche quando doveva dire alla migliore amica di Faramir che tutti gli altri Babbani lo detestavano - e per buone ragioni, anche se questo chiaramente non lo disse.

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    30 Anni · Alto Funzionario · Nessuna Professione · Portfolio
    ELUNED POTTER
    Eluned alzò lievemente un sopracciglio mentre ascoltava attentamente le parole di Thomas. La sua espressione rimase imperturbabile, ma il lampo di curiosità nei suoi occhi non sfuggì al Babbano. Non era abituata a trattare con persone di diverse caste, ma la franchezza di Thomas la intrigava. Era ancor più interessata a capire cosa si nascondesse dietro la sua maschera formale. «Thomas.» Disse con voce misurata, «Capisco il vostro punto di vista sulla divisione delle caste. L'ordine è importante, ma talvolta è necessario esaminare e rivedere le tradizioni per garantire un progresso equo e giusto.» Scosse leggermente la testa. «Quanto alle scuole, sì, sto cercando di offrire opportunità di istruzione anche a coloro che non sono dotati di poteri magici. Tutti dovrebbero avere accesso alla conoscenza e avere la possibilità di migliorare se stessi.» Rifletté un istante sulle parole di Thomas riguardo alla sua reputazione tra i Babbani. «Comprendo le vostre preoccupazioni, ma a volte la percezione degli altri può cambiare. Potreste sorprendervi nel vedere quanto le persone siano disposte a riconsiderare le loro opinioni. Se sarete coinvolto in iniziative positive, potreste guadagnarvi il rispetto anche di coloro che ora vi guardano con diffidenza.» Guardando Thomas dritto negli occhi. «Credo che ognuno meriti una possibilità di dimostrare il proprio valore. Se sarete interessato a contribuire in qualche modo, sarete il benvenuto. E forse, nel processo, potreste cambiare alcune mentalità.» Il suo tono rimase calmo e rispettoso, ma c'era una chiara determinazione nei suoi occhi. Era abituata a lottare per ciò in cui credeva, anche se ciò significava sfidare le norme sociali.
    Mira alla luna anche se sbagli atterrerai tra le stelle
     
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