Votes taken by ƒallen

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    Vai tranquilla, che qui le terze decadi credo siano una fervente maggioranza, soprattutto nello staff 😂

    Benvenuta, btw. Per qualsiasi cosa non esitare a chiedere, specie appena ti infilo nel gruppo reader, e poi esci gli spoiler sui pg!!
    E in caso di dubbi sulla fattibilità, ti consiglio di chiedere in supporto, così puoi fare un po' di brain storming con lo staff!

    Edited by ƒallen - 14/2/2024, 09:49
  2. .
    ETIENNE A. STONE
    LUKA A. LIDDELL
    GABRIELLE A. STONE
    I tre fratelli Stone, anche se uno dei tre aveva perso quel cognome da svariati anni, erano tutti e tre presenti all'evento. Etienne era andato da solo. Aveva visto alcune partite di Quidditch, presentandosi ad una e poi spostandosi in altre per vederne più che altro la fine. Aveva quindi preso abbastanza appunti da poter tirar fuori un articolo di tutto rispetto che avrebbe venduto al miglior offerente, visto che al momento era quella la sua carriera, quella del freelance di articoli di sport. Non era certo che sarebbe stata ancora a lungo il suo lavoro, ma per ora non gli dispiaceva. Lavorava pochi giorni alla settimana, la domenica veniva spesso pagato per vedere partite di Quidditch e poi era libero di fare quello che voleva. Non pagava quanto avrebbe voluto, ma non era male!
    Quello per lui era il primo giorno al festival e c'era andato per raggiungere le sorelle e i nipoti più piccoli. la maggiore dei nipoti. infatti, si trovava ad Hogwarts e non le era stato permesso di far ritorno a Londra, neanche per qualche ora, per assistere all'evento. Non si erano però dati un appuntamento preciso, ma solo che si sarebbero visti lì nel pomeriggio in modo da assistere tutti insieme ai fuochi d'artificio. Etienne pensò che fosse un modo molto stupido di darsi un appuntamento. Non solo non sapeva se le sorelle fossero già lì o meno, ma anche dove poterle trovare. Dopo aver sbuffato ed essersi beccato non poche cascate di coriandoli, aveva iniziato a vagare senza meta, continuando a guardarsi intorno sperando di sentire le urla di Carter o vedere la testa scura di Luka o quella rossiccia di Gabrielle.
    Ne vide però una bionda che, dopo qualche istante, capì perché gli era familiare. Si trattava di Caesar Nimbus, un giocatore del Lancashire. Non avevano giocato mai insieme, visto che Caesar era entrato nel Lancashire molto dopo che lui ne aveva fatto parte. Probabilmente all'epoca non era che un ragazzino che ancora studiava. Si erano però trovati faccia a faccia durante uno degli ultimi anni di gioco di Etienne, prima dell'infortunio. Lui all'epoca era titolare dei Bastioni, di cui era anche il capitano, mentre Caesar era un ragazzino appena uscito dalla scuola. Talentuoso, certo, ma un ragazzino. Non ricordava bene, ma probabilmente lo aveva anche buttato giù dalla scopa una volta o due in quel poco più di un anno durante il quale avevano condiviso il campo.
    - Nimbus! - Immediatamente decise che le sorelle avrebbero atteso, prima doveva sfottere un povero giocatore di Quidditch. Sembrava di malumore, probabilmente aveva perso, anche se non si poteva mai dire. A volte a metterlo di malumore bastava davvero poco, anche solo una discussione con il resto della squadra, aveva infatti la nomea di una primadonna, una cosa che lo divertiva. - Complimenti per l'uscita di scena della settimana scorsa! - Lo canzonò appena si trovarono vicini. - Non si vedevano feriti così riluttanti a lasciare il campo da quando mi feci male io! - Non aveva idea del fatto che Caesar potesse o meno non ricordarlo. Lui diede per scontato di si, giusto perchè comunque non è che non fosse un volto noto del Quidditch, avendo giocato per quasi vent'anni e ora era abbastanza risaputo fosse un giornalista nell'ambiente.
    E mentre lui abbandonava la ricerca delle sorelle, una era proprio sulle sue tracce. Luka e Gabrielle erano arrivate insieme. Come sempre la più giovane delle Stone si offriva di dare una mano alla più grande vista la nutrita prole. Quel giorno, comunque, Allen era stato lasciato a casa e Sophie era a scuola. La nidiata era composta da soli due ragazzini. Carter era nella zona dei giochi. Lui e il suo amico Xander avevano deciso di accumulare tutte le foto possibili dagli stand. Dominique aveva adorato i cigni e ora non riusciva proprio a staccarsene. Gabrielle si era quindi offerta di rimanere con lei, non avendo la benché minima voglia di mettersi a cercare il fratello. Se Luka voleva trovarlo, lo avrebbe dovuto fare sola.
    Aveva quindi imboccato, partendo dalla piazza, una delle strade, scelta assolutamente a caso, che avrebbe percorso fino all'ingresso, se costretta, salvo poi tornare indietro e imboccare quella accanto. Prima o poi lei e il fratello si sarebbero trovati. O avrebbe trovato lui Gabrielle! Luka era infatti certa che Etienne fosse già arrivato. Se così non fosse stato, dopo una mezz'oretta avrebbe fatto ritorno dalla figlia e dalla sorella, optando per cercarlo solo successivamente o mandargli una qualche missiva incantata.
    Solo in quel momento si rese conto che avrebbe potuto incantare appositamente un biglietto perché lo cercasse al posto suo. Si sentì davvero molto sciocca a non averci pensato prima, ma meglio tardi che mai!
    Non frenò il suo passo, convinta che comunque, già che c'era, avrebbe potuto magari incontrarlo su quella stessa strada. Era però talmente presa dalla sua ricerca di un pezzo di carta nella sua borsa, da non guardare più dove andava. E i suoi passi la stavano portando proprio dritta dritta verso Aurora, contro la quale avrebbe certamente sbattuto se non l'avesse scansata.
    Gabrielle, invece, era contenta della sua scelta. Pensava fosse molto sciocco mettersi alla ricerca del fratello, quando comunque prima o poi avrebbe raggiunto il centro della piazza, dove poi si trovava lei. Ovviamente non era sola, visto che era rimasta con i due nipoti e quella strana appendice dei Liddell dai colori improbabili che era Xander Lovegood. I due marmocchi non erano troppo lontani da lei, così che potesse tenerli sotto controllo. C'erano, sì, gli Auror in giro, ma di quei tempi Londra non era una città così sicura da lasciare due adolescenti in giro da soli. Dominique, invece, si era innamorata delle barchette a forma di cigno. Finiva il suo turno e subito era desiderosa di mettersi in coda per iniziare il giro successivo. Peccato che la fila ogni volta si allungava considerevolmente e la bambina la tirava come una matta dal punto in cui i ragazzini venivano fatti scendere fino al punto finale della fila. E proprio in quel momento, Dominique la tirava per una mano, incitandola a spicciarsi o la fila si sarebbe allungata sempre di più!
    - Dom, per favore, non tirare. Ed è giusto che anche altri bambini... - Non fece in tempo a finire la frase che notò la bambina sbandare. Non guardava dove andava, visto che osservava la zia con aria severa, quindi, invece di puntare la fila, dove avrebbe dovuto andare, stava puntando un pover'uomo che si stava beatamente facendo i fatti suoi. - Attenta! - Bloccò al volo la bambina, prima che potesse andare addosso a John ma, anche così, non era certa che non fosse stato colpito dalla bambina.
    - Chiedo scusa, tutto bene? La bambina non l'ha colpita, vero? - Chiese subito all'uomo, trattenendo con fermezza la nipote con una mano.

    SOMETIMES I GET SO WEIRD I EVEN FREAK MYSELF OUT
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    Appena ho un momento aggiorno qui l'elenco dei personaggi che mi servono per il bg dei miei pg (e qualcosa la pianto pure in cercasi, quindi stay tuned!)

    Intanto, come sempre, cerchiamo di avere almeno una role a pg, quindi ecco le role che mi servono!

    Deirdre: Mi piacerebbe muoverla in qualcosa che non sia un'ambient/finta ambient/quest. Si trova a Hogwarts al momento, quindi si alle role a scuola o a Hogsmeade. Se vogliamo posticiparla al periodo di Pasqua (tra due mesi) possiamo anche giocare a corte (che in teoria a sto giro passa nel gruppo adulti *giubilo nel regno*

    Luka: Lei traffica per lo più Londra, ma si materializza, quindi possiamo mandarla dove serve. Se qualche Nobile/AF vuole valutarla come istitutrice, ben venga che ci facciamo la lavorativa. Se no la si becca easy in giro per Londra oppure a Hogsmeade (tanto a dire che ha incontrato la figlia si fa facile)

    Sophie: Anche lei sta a scuola, quindi role a Hogsmeade e/o a Hogwarts sono preferite e gradite. Se vogliamo posticiparla al periodo di Pasqua, possiamo fare role anche a Londra, cercherò di farla tornare a casa per le vacanze.

    Bryon: Per Bryon sono preferibili role a Londra ma, se ha della coerenza, posso farlo arrivare anche a Hogsmeade o, su invito nelle altrui residenze, circa ovunque.

    Piccole specifiche:
    - Prendo una role a pg (poi se no sono troppe)
    - Quelle che non vengono aperte subito, vengono messe in coda e aperte alla primissima occasione
    - Se volete proporre role per i personaggi non presenti in questa lista, verranno in caso messe in coda pure quelle
    - Va bene prenotarsi e aprirle in un secondo momento ma, se trovo da giocare nell'immediato, do precedenza a quelle
    - Io sono favorevole ad aprire, no problem, ma sappiate che se aprite voi si fa prima <3
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    17 · ALTO FUNZIOARIO · STUDENTESSA GRIFONDORO E CACCIATORE · Portfolio
    CAMILA H.O. "CAM" ABBOTT
    Alla fine comunque anche Camila si ritrovò su di un albero. Se per Effie era una nuova conquista, per Camila non era nulla di che! La giovane Grifondoro, infatti, non aveva mai smesso di arrampicarsi sugli alberi. A Hogwarts spesso poteva indossare la divisa da Quidditch anche fuori dagli allenamenti, quindi poteva prendersi molto tempo per sé stessa con una mise più adeguata ad avere le gambe libere. In estate, poi, passava la gran parte del suo tempo in Scozia. Gli Abbott, infatti, tendevano a passare più tempo in campagna che in città, soprattutto donne e bambini. La casa di Londra veniva usata prevalentemente dagli uomini che invece dovevano recarsi ogni giorno al Ministero. Al momento la occupavano i fratelli maggiori di Camila, suo padre, e svariati parenti dal ramo cadetto che non avevano voluto munirsi di una casa tutta loro.
    Camila passava, quindi, tutte le sue estati nella casa di famiglia in Scozia. Un posto con tanto verde, un bel giardino e molti alberi su cui arrampicarsi. Non aveva quindi mai avuto una vera ragione per non farlo più. Non le mancavano gli alberi, non le mancava la voglia, non le mancavano le occasioni. Non doveva più scappare da Bryon, ma da sua madre si!
    Certo, erano anni che non la doveva fare di corsa e non usava più il trucchetto del tacco per raggiungere i rami alti più in fretta. A questo si che non era abituata. Aveva però retto abbastanza bene la fatica. Dopotutto lei era ancora una studentesse, sebbene al suo anno, e membro della squadra di Quidditch di Grifondoro. Certo, non capitava ad ogni partita o ad ogni allenamento, però spesso i bolidi cercavano di disarcionarla e in più occasioni si era trovata penzoloni sulla scopa, costretta a issarsi con le sole braccia. Certo, in quei casi non aveva abiti eleganti, ma una comoda e pratica divisa, ma i movimenti erano circa quelli.
    Ecco perché non face una fatica eccessiva a mettere in pratica quello che continuava a fare, con meno frequenza di prima, ma comunque con abbastanza manualità. L'unico inconveniente erano le gonne. E infatti non se l'erano vista bella. Non si degnò di controllarsele, ma solo di coprirsi le gambe. Cosa che Effie notò.
    - Non credo. - Ammise Camila, sebbene fosse certa che le gambe di Effie fossero chiare e lisce, mentre le sue avevano tagli, escoriazioni, cicatrici e lividi. Non se ne vergognava, erano il segno della sua vita attiva, passata e presente. C'erano ferite da Quidditch, da allenamenti e le cicatrici delle volte in cui si era fatta male giocando con fratelli e cugini. La storia di un'infanzia felice, insomma, per cui ne era anche piuttosto fiera. Ce ne stavano alcuni di freschi, ma probabilmente era stata colpa della corteccia del ramo. Non si scandalizzava per un taglietto aperto, quindi li ignorò.
    - Sono sicura che avremmo avuto disparità anche se avessimo avuto entrambe diciassette anni. - Disse con tono tronfio, gonfiando abbastanza il petto. Era infatti certa che Effie non fosse mai stata nella squadra di Quidditch, se lo sarebbe ricordato. Il Quidditch aiutava molto nella prestanza in quelle occasioni. - E poi non sei così vecchia! - Effettivamente Camila ed Effie si passavano pochissimi anni, ma erano ancora in quella fase in cui pure poco tempo sembrava molto di più. Effie era considerata una donna adulta, Camila una ragazzina che ancora andava a scuola, nonostante fosse maggiorenne e si apprestava a finire il suo ultimo anno. Probabilmente a partire da giugno le loro situazioni si sarebbero potute eguagliare e avrebbero sentito meno il peso della differenza di età. - Parli come se fossi già decrepita! - Scherzò. Avrebbe detto altro, ma Effie aveva attirato la sua attenzione sulla gonna.
    La gonna, in effetti, era interessante. Camila l'aveva già notata altre volte. E sempre palesemente invidiata. Non era certa, però, che sua madre avrebbe approvato un capo simile, dopotutto era lei che si occupava ancora dei vestiti di Camila. Alla giovane, infatti, quel genere di cose non interessava affatto. Fosse dipeso da lei, ogni giorno avrebbe messo abiti più semplici e ad ogni evento gli stessi pochi vestiti.
    - Credo dipenda dai contesti. - Fece alla fine, dopo un brevissimo silenzio meditativo. - Ma sono sicura che nella maggior parte dei casi sia imbrogliare. - Effie si era arrampicata senza dover litigare con strati e strati di gonne. E poi aveva notato che non inciampava più nella gonna, non rischiava di pestarla ad ogni passo. Non l'aveva vista ballare, ma era sicura che facilitava anche tutti quei movimenti. Probabilmente pestare i piedi a Bryon con un affare del genere sarebbe stato molto più simile. - Non mi dispiacerebbe. - Decretò alla fine.

    WELL IF WE BURN IT DOWN, YOU'LL BE MY ARSONIST
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    21 · NOBILE · LADY DEL DEVONSHIRE · Portfolio
    ALISEA C.E. DUMONT-PHOENIX
    Finiti i convenevoli, erano passate subito all'azione. Alisea per prima. Aveva nella scarpetta un sassolino che intendeva levarsi sin da Pasqua e, finalmente, aveva avuto modo di tirarlo fuori. Ovviamente la cosa non piacque alla zia. Lady Nott non amava essere contrariata. Era la classica vecchiarda che, grazie alla sua resistenza alla morte, forse perché la stessa morte ne era terrorizzata, si sentiva libera di prendersi la briga di dire quello che voleva, fare quello che voleva e, soprattutto, disporre degli alti a suo piacimento. Se Alisea fosse stata meno indipendente, meno spinta a dover pensare con una testa che non possedeva, probabilmente sarebbe stata molto più accondiscendente e passiva con la vecchia zia, vedendola come un modello a cui aspirare, ma indubbiamente con meno rughe. Sarebbe diventata come Kate, probabilmente, nel cui apparente rispetto per la parente più anziana, Alisea leggeva proprio quello.
    Ma il padre di Alisea, differentemente da quello di Kate, era morto prima che Alisea si sposasse o fosse anche solo fidanzata. Questo aveva cambiato le sorti di una giovane svampita, elevandola sopra tantissime donne molte più sagge di lei. L'aveva messa in condizioni di sentirsi superiore a tutte loro in quanto giovane, bella e potente, sebbene entrambe le Lady in quella stanza avrebbero sfruttato il potere di Alisea molto meglio di quanto la Lady del Devonshire faceva. Certo, rispettava la zia e con lei era educata, ma non per questo apprezzava essere parte dei suoi giochetti. O almeno non come pedina inconsapevole. Se la zia le avesse detto "Alisea, devi sposare Lucius" o qualcosa di simile, lei avrebbe probabilmente acconsentito con poche domande. O magari qualcuna, ma giusto per curiosità e non per metterla in discussione. Anche dirle "volevo parlare con Lady Malfoy sola e il giovanotto era di intralcio" sarebbe stata per Alisea una buona motivazione più che valida. Magari si sarebbe lamentata, ma avrebbe rotto le scatole molto meno.
    La zia, invece, non diede nessuna motivazione simile. Diede una motivazione vaga e generica, che sembrava volesse nasconderle le sue vere intenzioni. Questo, per lo meno, fu quello che Alisea lesse nella situazione. Non si sentiva affatto appagata dalla risposta ricevuta e affatto convinta. Anzi, si era sentita sminuita. Sistemare le sue accolite era un lavoro e un impegno a tempo pieno. E lei era anche la sola con un vero lavoro in quella stanza. Ovviamente in quella stanza c'erano dei servitori, quelli si che lavoravano sul serio, ma non contavano. Come ogni persona ricca e abituata alla bambagia, Alisea non si curava troppo della servitù. Sapeva della loro esistenza perché doveva firmare i loro stipendi, ma quando era ancora una comune Damigella spesso era come se i piatti si servissero da soli e il bicchiere si riempisse in maniera assolutamente automatica. C'era anche da dire che il lavoro di gestione che svolgeva Alisea era minimo! Connor Fawley e il suo maggiordomo si occupavano della maggior parte delle cose. E spesso ci mettevano in mezzo i tre giudici del Devonshire. Quindi si, alla fine era davvero ben poco lavoro quello che spettava a lei. Ma era comunque pur sempre molto più di quello che, almeno a che ne sapeva, toccasse alle altre Lady della stanza. Lei era tenuta a fare quei lavori di gestione della Regione, loro se li svolgevano era per puro diletto.
    - E lo stesso io se dovessi intrattenermi con ogni giovane scapolo piacente e garbato. - Aggiunse come eco alle parole di Kate che disse la cosa giusta nel momento più adatto, per sua fortuna. Dopotutto c'erano tanti appassionati di musica quanti single. Se Kate veniva scusata perché lei no? Per altro Alisea doveva anche badare alle giovani che le venivano affidate. E molte erano figlie di uomini importanti. Capouffici, Capofamiglia, Lord di Regione. Erano contatti importantissimi che ad Alisea servivano per ottenere cose. Favori, permessi, privilegi. Se la zia non capiva quanto quelle Adepte fossero importanti, voleva anche dire che, oltre che vecchia, era anche ottusa. Vantava astuzia e intelligenza, occhio per certe cose. Però non capiva che ogni figlia che Alisea sistemava con successo era un uomo importante che le doveva un favore. Persone che non erano neanche legate a lei con vincoli familiari e che, quindi, altrimenti non avrebbe neanche avuto modo di conoscere. - E ci terrei a sottolineare che io sono sempre di supporto, specie se si tratta di qualcosa di semplice come chiacchierare con un bravo giovanotto. Ma mi piacerebbe non sentirmi come una pedina nelle tue mani, cara zia, ma come una collaboratrice spontanea. - Il termine le piacque, per cui, dopo un attimo di silenzio, proseguì. - Anche un messaggio per rendermi note le tue intenzioni a posteriori sarebbe stato gradito. Anche a voce e tramite un servitore, se non vi va di scrivere due righe per la vostra amata nipote. - Sull'amata calcò maggiormente il tono, evidenziando il legame di parentela, ma anche quell'affetto o una stima intrinseca che avrebbe dovuto render chiaro alla donna che non tutti potevano essere sfruttati e basta. Inoltre aveva fatto riferimento a un servitore, sebbene fosse consapevole del fatto che c'erano cose che necessitavano di una certa premura o segretezza. C'erano in commercio sicuramente oggetti che permettevano alla zia di inviare messaggi vocali senza intermediari, ma si trattava comunque di tecnologia molto moderna. Dubitava che la vecchiarda fosse capace di metter mano a qualcosa di così moderno e, soprattutto, di così successivo al paleolitico. Probabilmente avrebbe chiesto al Maggiordomo di procurarsi qualcosa e lo avrebbe regalato alla zia. Sia mai poteva davvero usarlo. E se la sarebbe ingraziata. A parte tutto, rimaneva una donna abbastanza influente e che, tanto per cambiare, non donava stima a prescindere neanche ai consanguinei, come mostrò l'andazzo della conversazione.
    La zia voleva sistemare la sua nuova protetta. Ecco perchè le aveva radunate. Ma, mentre Alisea si poneva delle domande e, ogni tanto, usava il cervello in maniera quasi consona, Kate se ne uscì con una classica sviolinata verso la zia e, allo stesso tempo, un tentativo di scaricarla a lei. Dopotutto era una donna sposata. E lei era una Lady di Regione. Davvero non se ne ricordavano mai? Eppure era la sola donna in Parlamento!
    - Se non so nulla di lei, a parte che a quanto pare la zia abbia scelto di favorirle, non so neanche chi consigliarle come amico. - Era evidente che puntassero a farle conoscere le prime due caste del regno visto che aveva reso evidente che Alisea non aveva contatto con i popolani. - Almeno possiamo avere delle informazioni? Un nome? L'età? Gli studi? Dopotutto se è tanto meritevole, avrà studiato a Hogwarts. Magari questo permette di avere già degli agganci che una di noi... - Ovviamente alluse anche a Kate, qualora avesse deciso di prendersela lei. - ...potrebbe sfruttare. - Spiegò. Erano cose che pretendeva di sapere prima di accettare le sue protette. Tutte. E di solito venivano accompagnate da un genitore. Cosa che per lo meno dava qualche indicazione circa la famiglia di provenienza. - In più, quali doti ha? Canta? Danza? Suona? Ricama? - Il cervello era fuori discussione. Certo, era una dote anche quella, ma automaticamente riduceva il numero di uomini a cui potesse interessare. Vivevano in una società patriarcale, in cui l'uomo comandava. E a l'uomo la donna piaceva sciocca, frivola e sottomessa, con qualità più di facciata, che la rendessero adatta ad esser sfoggiata in un salotto o che, per lo meno, potesse esser considerata adeguata da madri ugualmente sciocche, frivole e sottomesse. Fosse stata intelligente ma senza talenti accessori avrebbe necessitato di una ricerca più mirata.

    AND SUDDENLY YOURE ALL I NEED, THE REASON WHY I SMILE
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    Il mio voto va a Elidth. Per prima cosa è un personaggio di cui sbaglio sempre il nome, quindi mi sembra giusto chiedere scusa assegnando punti in caso di eventuale vittoria o anche solo podio. Ovviamente questa è una parte minima. Si tratta di un personaggio molto dolce e carino, di cui c'è sempre bisogno in una land piena zeppa di disadattati. E poi in questo mese ha particolarmente spiccato grazie alla nuova cotta per Evan, che è qualcosa di meraviglioso e che non vedo l'ora di shippare!
  7. .
    Welcome!
    Che bello vedere persone nuove sul gioco <3 sappi che non sei la sola che scappa dai libri e si rifugia sul forum. Tra poco sono sicura che si paleseranno!

    Per il resto...per qualsiasi cosa non esitare a chiedere allo staff in supporto e nel mentre....qualche spoiler su(i) pg?
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    ALISEA C.E. DUMONT-PHOENIX
    JANICE L. LONGBOTTOM
    CAMILA O.H. ABBOTT
    ARLO V.L. "LEVI" ABBOTT
    BRYON M.B. ABBOTT
    Differentemente dal tonto di prima, Bryon non venne scartato. Sirona si dimostrò anche cortese. Ricambiò il saluto senza titoli, ma solo con il cognome, e non apparve neanche risentita. In tante tra le signorine, ma anche tra gli uomini adulti, non sembravano affatto contente di vedersi private del titolo e chiamate con il solo cognome, specie quello da nubile che molte non vedevano l'ora di lasciare. Sirona era diversa. In un certo qual modo ricordava Camila. Ma Camila non era enigmatica, era solo una ragazzina, anche ora che non frequentava più Hogwarts. Probabilmente alle donne quello che faceva bene era il militare in una squadra di Quidditch. Le rendeva più sciolte e meno permalose. Accettò comunque l'invito, spiegando che comunque preferiva di gran lungo il Campo di Quidditch a quel tipo di eventi.
    - Bhe, anche la corte non è comunque così diversa da una partita. Le madri sono i Battitori, i figli e le figlie dei bolidi che vengono spinti verso gli altri giocatori. E anche la strategia è la stessa. I bolidi vengono sempre spediti verso i giocatori più bravi, così come i figli vengono spinti sui partiti migliori. In più ho visto mia sorella cercare di difendersi da mia madre che voleva che indossasse un vestito specifico, brandendo una scarpetta. Anche la violenza è la stessa. - Ridacchiò. In ogni caso, avendo accettato, le fece largo verso la pista, offrendogli anche la mano, se avesse voluto accettarla. Altrimenti non l'avrebbe forzata, rimettendosi a prendere la posizione da ballo sulla pista, dove comunque avrebbe dovuto prenderla per mano.
    - Comunque noto anche che, nonostante lo stesso colore di capelli, i Parkinson sono molto diversi dai Weasley. - Che poi non era la sola cosa in comune. Lord Parkinson e Lord Weasley erano membri dello stesso partito politico, da quello che Bryon ricordava. - Se il campo di Quidditch vi manca, dovete assolutamente prendere parte a una festa a casa Weasley. Nonno ci spinge sempre a giocare tra noi nipoti, o comunque chiunque ne abbia le capacità, la forza e la voglia. Maschi e femmine senza distinzione. Per fortuna non si vede, ma mia sorella ha un bel livido sul fianco per causa mia. La disgraziata è veloce. - Poi accennò ad un Weasley che ballava poco lontano con la moglie. - Lui invece mi ha quasi rotto un polso. E parliamo di...poco prima di recarci a palazzo per le festività! - Avevano anche avuto un lutto in quel periodo, ma il nonno aveva pensato che far massacrare i nipoti in campo avrebbe tirato su il morale a tutti. Un modo bizzarro di affrontare quel genere di cose. Però era vero, era stato divertente.
    - Per i conversatori, non dovresti essere troppo severa. - Aggiunse poi. - La conversazione non è un dono, ma solo questione di fortuna. Se sai di cosa parlare con qualcuno è facile. Sono sicuro che potremmo parlare di ricordi scolastici e Quidditch per ore, ma se dovessi decidere di voler una conversazione su...bho...roba noiosa come lo studio o qualche argomento inutile...potresti trovarmi assolutamente inadeguate. - Concluse ridacchiando. E in tempo, visto che iniziò la danza. Bryon era un bravo ballerino, sebbene non il migliore. Ballava come qualcuno a cui avevano impartito lezioni e che, pur non essendo portato, ci aveva messo molto impegno.
    E mentre Bryon ballava, sua sorella Camila lo fissava ridacchiando dal tavolo dei dolci. In realtà si era da esso staccato appena notato Bryon avvicinarsi a Damigella Sirona, che conosceva di vista anche lei. Dopotutto Camila era solo un anno più piccola della ragazza e, anche lei era stata una giocatrice di Quidditch. Cacciatrice, però. Per cui al più era stata quella bersagliata dalla Parkinson. Ben presto, quando l'improbabile coppia iniziò a danzare, Camila di stufò di osservarli, preferendo cercare soggetti più interessanti. Magari proprio i gemelli. Sicuramente avrebbero trovato battute più divertenti da fare al loro caro amico e la sua improbabile dama. Nella sua ricerca, comunque, le cadde lo sguardo su una delle sue cugine.
    Eluned era sola per quella volta e stava guardando per lo più gente in cagnesco. Primo tra tutti Lord Carrow, sebbene poi aveva posato gli occhi anche su un gruppetto formato da Sir Aster, Lord Evan e Damigella Mabelle. Decise di avvicinarsi.
    - Il povero Capitano Gondor sarà distrutto nell'apprendere che la sua futura sposina cova sentimenti amorosi verso Lord Carrow e...non so chi dei due ti piaccia, ma nel dubbio sei troppo vecchia per loro e hai anche pessimi gusti. - Il tono era beffardo e anche divertito. Aveva parlato a voce bassa, per cui dubitava che, a parte la cugina qualcuno avesse sentito. E poi si era avvicinata lenta e silenziosa proprio alle sue spalle, parlando quindi senza prima introdursi, sperando quindi di farla almeno scomporre per la sorpresa.
    Chi invece dovette lottare con tutta se stessa per non scomporsi era Janice. Aveva lasciato la madre, subito raggiunta dal fratello Edmund, affermando che avrebbe cercato James, ma non aveva affatto voglia di ballare. Se ne avesse avuto davvero voglia, avrebbe chiesto ai suoi fratelli. Sapeva che Edmund non le avrebbe mai detto di no, e anche Capian o Neville, sebbene nel primo avrebbe certamente trovato un compagno più allegro e disponibile, mentre gli altri due, in base al momento e ai loro desideri, sarebbero stati meno contenti, ma comunque disposti a farle compagnia. Di certo, quindi, non avrebbe dovuto alzarsi lei alla ricerca di un fidanzato che probabilmente stava brillo con i suoi amici. Probabilmente Faramir. Era quasi sempre Faramir, dopotutto.
    Non si mise, quindi, alla ricerca di James, ma solo di un punto per cambiare aria. Un'aria che non odorasse di matrimonio. Agguantò un bicchiere di champagne e, per qualche secondo, rimase in attesa. Stava addirittura valutando di uscire, anzi, stava proprio per mettersi a camminare in quella direzione, quando venne fermata. Era Dama Titania. Le due non si conoscevano se non di fama, dopotutto Janice aveva partecipato al suo matrimonio, tenutosi proprio a settembre. Avevano età diverse e avevano frequentato la scuola in periodi molto diversi. Janice era più grande, Titania era stata compagna di classe e di casa di suo fratello Edmund, ma se fossero o meno amici non ne era certa. L'amico di Edmund che aveva sentito citato di più era infatti un popolano di sesso maschile.
    - Dama Titania. - La salutò infine con un sorriso gentile e modi garbati. - Si, è una festa molto bella. - Convenne. - Per esser qualcosa che è stato preparato in tutta fretta e in sostituzione di un altro evento, ritengo che sia davvero ben riuscito, ma da Madama Dione non mi aspettavo nulla di diverso. - Conosceva benissimo la sposa, infatti. Era solo di un anno più giovane, dopotutto. E i figli e le figlie degli Auror tendevano a conoscersi tutti. Non aveva invece mai avuto a che fare con lo sposo, ma se Dione lo aveva scelto doveva essere un giovanotto assolutamente valido.
    - Anche James è con gli amici, quindi preferisco non disturbarlo. - Per cui no, nonostante avesse detto il contrario a sua madre, non ebbe problemi ad esser sincera con quella giovane sposina. Ma se fino a quel momento stava chiacchierando in maniera tranquilla e distesa, come si fa con una conoscente, rimase perplessa per la frase successiva. Effettivamente non sapeva cosa rispondere ad una domanda così diretta. Titania non attese subito la risposta, parlando di come anche sua madre facesse delle pressioni.
    - Le madri, eh. - Provò quindi a scherzare, cercando di riprendere definitivamente il controllo. - Immagino sia normale, comunque. Vogliono il meglio per noi. E i nostri ruoli sono quelli di donna sposata e madre, quindi suppongo che lo facciano per il nostro bene. - Non era certa di essersela cavata, ma almeno la sua mascella era rimasta al posto suo ed era riuscita a cavarsela con delle risposte che riteneva tutto sommato educate e cortesi. Anche lei in parte era curiosa da quella smania di nipotini, ma preferì non fare domande, sebbene avrebbe ascoltato volentieri Titania se avesse deciso di aprirsi.
    Chi, invece, non attendeva che gli altri si aprissero, ma andava dritta al solo, oltre alla Gaunt, era Alisea. Aveva deciso che era il momento di sistemare la giovane Weasley e lo avrebbe fatto. Chiese quindi con pochissimi mezzi termini quali fossero le sue mire e, nonostante l'incertezze, ebbe dei nomi.
    - Qualcuno un giorno vuole diventare Lady. - La canzonò in maniera bonaria. Dopotutto aveva puntato due eredi al titolo di Lord di Regione, non erano certamente personalità da nulla. E poi Alisea conosceva entrambi. Corvus era suo cugino e, in quanto tale, aveva un patrimonio genetico invidiabile. Dopotutto la metà buona la condividevano essendo le loro madri sorelle. Era quindi affascinante, con un impeccabile gusto nel vestire e con maniere ineccepibili. Perché quindi piacesse non era assolutamente un mistero. Il mistero, invece, era perché apprezzasse Evan! A scuola erano stati compagni di classe per ben sette anni, sebbene in case diverse. Non nutriva per lui una grande ammirazione. Non era brutto, sebbene Alisea non trovasse affatto piacevoli i suoi tratti. Non era Sir Nate, dopotutto. Lui si che era affascinante! Non ammirava, comunque, i suoi modi e non aveva mai approfondito abbastanza la conoscenza da poter dire qualcosa in più sul suo carattere. Era comunque un partito di tutto rispetto, visto che sarebbe un giorno diventato Lord del Tayside.
    - Dovrai iniziare a parlare con gli uomini e battere la tua timidezza, Eilidh. - Face subito Alisea. - Dovrai trovare marito e, quando ne avrai uno, dovrai generarci dei figli. Non puoi certo avere figli con qualcuno con il quale balbetti invece di parlare. Non sta bene. - Il tono era paziente. - E non sei diversa da molte altre ragazze, anzi. Almeno tu hai un buon portamento, modi eleganti e attenzione per il rango. - Cosa che non poteva dirsi di molti. - La tua timidezza può tranquillamente essere spacciata per sottomissione. E gli uomini, non tutti ma molti si, apprezzano una donna che sia sottomessa. - Dopotutto era un mondo patriarcale il loro. Certo, c'erano uomini che apprezzavano anche le donne intelligenti e di polso. Sir Ronald aveva sposato Ashley. E chiunque avrebbe sposato lei o Effie avrebbe trovato le stesse caratteristiche. - Inoltre se tua cugina, Miss Eluned, ha trovato un marito alla sua...oddio, ormai non ha trent'anni? Insomma, ha trovato marito da praticamente vecchia! - Per fortuna Sirius non era a portata d'orecchie o sarebbe svenuto dallo shock. - Tu sei giovane e graziosa. Inoltre tuo nonno è un Lord di Regione. Ed è anche molto influente in parlamento. Anche se tuo padre non erediterà il titolo, comunque rimani un buon partito. -
    Finito di rassicurarla, si soffermò sul resto delle sue parole. - Quindi ora donne vecchie e uomini giovani vanno di moda? - Una punta di disapprovazione, ma, sebbene in quel momento poteva apparire mirata verso un improbabile interesse di Lord Evan verso Miss Eluned, aveva invece altre origini, ma non si preoccupò di spiegarle. Comunque un'occhiata in giro la diede uguale, fingendosi pensierosa. - In ogni caso, tua cugina è impegnata. E nessuno oserebbe mai contrariare il Gran Generale Gondor. Inoltre Lord Evan diventerà Lord del Tayside. Non può scegliere una moglie vecchia, ma una giovane che possa dargli una discendenza. E tu sei decisamente più adatta. - Nella folla, sebbene non lo stesse cercando, trovò l'erede del Tayside.
    - Quindi, hai voglia di ballare con Lord Evan oppure cerchiamo Corvus? - Chiese. - Entro la fine della serata dovrai parlare con almeno uno dei due, quindi tanto vale scegliere... - Insomma, non ammetteva molte repliche.
    In tutto ciò, la passeggiata delle due donne non si era frenata, ma continuava lenta e rilassata. E non erano le sole. Anche Lady Greengrass aveva scelto la medesima occupazione e, se nessuna delle due avesse cambiato traiettoria, alla fine si sarebbero per forza di cose incrociate. Ma non erano le sole. Infatti anche Arlo era in giro e fu il primo a incrociare la Lady. La conosceva. A scuola erano stati entrambi Serpeverde e membri del club di scacchi, che lei aveva capitanato fino al suo settimo anno, passando poi il ruolo a Nate, suo migliore amico. Magari lei poteva non ricordarsi di lui, ma lui sapeva esattamente chi fosse, sebbene all'epoca portava ancora il nome di Avery.
    - Lady Greengrass. - La salutò con cortesia. - Forse non vi ricorderete di me. Sono Sir Arlo Abbott, siamo stati a scuola nello stesso periodo. - Optò per presentarsi. Comunque Lady Greengrass avrebbe dovuto conoscere uno dei prefetti di Serpeverde, anche se lei era la settimo anno e lui era prefetto del quinto, ma era passato del tempo e di prefetti doveva averne visti tanti. Arlo, poi, era educato, quindi non avrebbe mai iniziato una conversazione con qualcuno con cui aveva poca, quasi nessuna, confidenza senza prima presentarsi. - Posso accompagnarla in questa passeggiata? - Chiese con garbo, offrendole anche il braccio se avesse desiderato prenderlo. - Immagino siate voi, in quanto donna e madre, ad occuparvi di certe faccende. Mi sono preso l'incarico, in vece di mio padre, di trovare una moglie per mio fratello minore. Derren, ovviamente. - Dubitava che Adele potesse conoscere Bryon, ma nel dubbio era bene assicurarla che non l'avrebbe mai insultata offrendogli quel piantagrane. Derren, invece, era un giovanotto intelligente e a modo, sicuramente più adatto a sposare una nobile. - So che in famiglia avete due figliastre e una nipote che per età potrebbero essere compatibili con mio fratello che, al momento, frequenta l'ultimo anno a Hogwarts. Mi piacerebbe facesse un matrimonio importante e una famiglia come la vostra è l'ideale. In cambio potrei offrire i servigi dell'Ufficio per cui lavoro, se dovessero interessarvi. - Gli Abbott erano infatti una delle famiglie che si occupavano di Cooperazione internazionale. Tutte le richieste di matrimoni con membri dell'alta società all'estero passavano sempre da qualcuno di loro. Ovviamente ignorava che la Greengrass in quel momento, più che con l'estero, mirava a una certa Lady non troppo lontana, che poi era una sua amica d'infanzia.

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  9. .
    ALISEA C.E. DUMONT-PHOENIX
    JANICE L. LONGBOTTOM
    CAMILA O.H. ABBOTT
    ARLO V.L. "LEVI" ABBOTT
    BRYON M.B. ABBOTT
    Questa volta Bryon non era stato affatto fortunato. A Capodanno era riuscito a scappare dalla famiglia, ma questa volta non aveva avuto scampo. Gli Abbott in chiesa si erano seduti insieme, avevano preso la stessa carrozza per far ritorno a Palazzo e avevano preso posto tutti allo stesso tavolo. Questa cosa aveva immensamente indispettito Bryon e reso Camila più allegra e contenta. Avevano passato la sera a punzecchiarsi, cosa che aveva reso Bryon più seccato minuto dopo minuto, al punto che, quando si aprirono le danze, provò a scappare. Madama Abbott la braccò immediatamente, prendendolo a braccetto e, quando anche gli altri membri della corte poterono iniziare a ballare, lo costrinse a farsi accompagnare per un ballo, mentre Arlo faceva lo stesso con una molto meno felice Camila. Anche lei aveva provato a scappare, ma il fratello l'aveva evitato e, come Bryon, l'aveva trascinata sulla pista da ballo con un'espressione piuttosto truce. Al secondo ballo le coppie si invertirono. Mentre Arlo ballava elegantemente con la madre, si impegnò a fondo per non degnare di uno sguardo i fratelli minori. I due, infatti, più che ballare, facevano a gara a chi si pestava i piedi di più.
    Al termine di quella seconda danza i tre fratelli si dileguarono. Arlo, come faceva ad ogni festa ormai, andò alla ricerca di Nate o Effie, così da poter passare la serata in compagnie più divertenti. Camila andò dritta verso i dolci. Bryon verso gli alcolici.
    Un'altra persona che aveva passato gran parte della giornata in famiglia era Janice. Era nubile, per cui i Longbottom erano quelli con cui si supponeva passasse più tempo, almeno fino al momento del matrimonio. Matrimonio che, lei per prima, non faceva che rimandare. Ormai i matrimoni di altri membri della corte, magari più giovani di lei, erano diventati penosi. Non facevano tutti che chiederle per quanto ancora avrebbe fatto attendere il povero James. Era sempre James il "povero". Mai nessuno che si occupava di lei, la donna che avrebbe passato la vita da sola, con dei bambini a cui badare, concepiti al più durante le festività o le rare occasioni in cui qualcuno moriva o si sposava. E poi James era anche stanziato al fronte! Poteva morire in ogni momento e lei sarebbe stata una vedova, triste e sola come la consorte di Frank. Davvero tutti volevano questo per lei?
    Sia sua madre che una delle sorelle, avevano fatto più di una battuta sul povero James, anche in quel momento. Sua madre era infatti con lei, seduta su una poltroncina. - Il povero James potrebbe anche chiedere un lavoro come quello del Colonnello Deschamps, che gli permetterebbe di stare con sua moglie, invece di stare al fronte tutto il suo tempo. - Rispose piccata. - E poi se la Vedova di Ghiaccio può ancora essere un buon partito per Lord Carrow, sono sicura che potrò attendere qualche altro anno prima di sposarmi in tutta sicurezza. -
    In ogni caso, non aveva voglia di proseguire oltre quella conversazione. - Con permesso, vorrei andare alla ricerca di qualcuna delle mie amiche. O del povero James. Magari si convince a ballare con la sua fidanzata. - Detto questo, si alzò dal divanetto e, dopo essersi lisciata le gonne di raso del suo abito verde bottiglia, si allontanò il più velocemente possibile e senza una precisa meta.
    Una meta, invece, l'aveva trovata nel mentre Bryon. Dopo aver tracannato un paio di bicchieri di vino bianco, aveva iniziato a decidere il da farsi. Il primo pensiero fu quello di raggiungere i suoi amici. Eric ballava con la signorina di turno, i gemelli non si vedevano, Junior neanche. Aveva notato Aster Burke, ma con lui non era particolarmente in confidenza. Egan e Connor erano insieme a quel Fionn per cui Egan smaniava tanto. Si mosse verso di loro, ma poi li vide raggiunti da uno...vecchio. Non di certo della loro cerchia. Era abbastanza certo fosse uno Zabini, si era sposato abbastanza di recente. E in realtà ad una certa si era sposato anche con una sua cugina che però era morta a quello che ricordava. In ogni caso, non voleva avvicinarsi e rischiare di esser bloccato in chiacchiere noiose. Doveva pensare a qualcosa. Mentre con gli occhi cercava di nuovo Eric, si rese conto che forse voleva ballare. Prima di esserne sicuro, però, era il caso di trovarsi una dama.
    Ovviamente una persona intelligente avrebbe prima capito se voleva davvero ballare prima di scomodare qualcuna, ma Bryon non brillava per furbizia. La prima idea fu quella di invitare Titania a ballare. Egan era occupato e sicuramente alla signora Gaunt faceva piacere svagarsi. Con la scusa avrebbe potuto conoscerla meglio e vedere se aveva amiche da presentargli. Poi, però, notò Damigella Sirona. Era di famiglia importante, aveva capelli perfetti per un discendente di Abbott e Weasley ed era una giocatrice di Quidditch. In effetti lui la ricordava solo perchè era certo di averla bersagliata in qualche partita, lui in Grifondoro come titolare, e lei in Serpeverde, come riserva, ruoli che si sono poi invertiti l'anno successivo. E, guardando il caso, lei era vestita da Serpeverde, con l'abito verde, i gioielli argento e i serpenti ovunque, e lui da Grifondoro. Aveva infatti un bell'abito di buona fattura di un bordeaux scuro con alcuni ricami sul panciotto dorati. Anche i gemelli erano piccole teste di leone, sebbene non erano vistosi. Sua madre aveva trovato pacchiana l'idea di teste di leone ai polsi, quindi li aveva commissionati così piccoli, nella speranza di renderli più di buon gusto, che quasi non si capiva cosa rappresentavano. Ma Bryon vedeva distintamente il leone ed era contento.
    Fatto sta che, neanche il tempo di muoversi, che un tizio che non conosceva la raggiunse. Ovviamente Bryon non demorse, non era nel suo carattere. Raggiunse i due, cogliendo gli ultimi stralci della conversazione, che lo fecero ridacchiare. Ok che lui veniva considerato stupido, ma non lo era al punto da provare a vedere se una tizia a caso, che neanche conosceva, fosse interessata al matrimonio. Cielo, neanche Egan sarebbe stato così tonto! Però almeno ebbe la decenza di squagliarsela.
    - Parkinson! - Si intromise Bryon, poprio mentre il giovanotto si spostava, rivelando la figura dell'Abbott che gli era praticamente dietro e andava avvicinandosi, fermandosi comunque a qualche passo educato. Non si degnò di appellarla con i giusti titoli. La chiamò per cognome perché era così che si faceva sul campo di Quidditch. Non parlò con tono alto, ma amichevole. - Ora che ti sei liberata di quel tonto, vieni a ballare? - Disse con pochissime cerimonie, non era il tipo.
    A poca distanza da Bryon e Sirona, probabilmente neanche troppa dal gruppo di amici del soggetto che ci aveva provato con la Parkinson, stava Alisea. Ovviamente aveva passato la giornata in compagnia di qualcuna delle adepte. In occasioni come quella non poteva mai contare sul gruppo al completo, visto che molte erano tenute a stare con la propria famiglia. Era comunque riuscita ad averne due accanto a lei in chiesa e cinque a tavola con lei, occupando un intero tavolo. Dopotutto era la Lady del Devonshire, quindi mangiare in sua compagnia era un onore. Si era poi sposata sui divanetti, dove era stata raggiunta da un gruppo più nutrito, che comunque era riuscita a spargere in giro, lasciando che qualche giovanotto di buona famiglia le invitasse. Si era però stancata di stare seduta e, visto che nessuno sembrava intenzionato a chiederle di ballare, avrebbe fatto comunque del modo in maniera alternativa.
    - Eilidh. - Scelse infine dopo una breve occhiata alle poche che aveva intorno. Non usò titoli o formalità, solo il nome. Dopotutto era in confidenza con ognuna di esse, sebbene nessuna era abbastanza in confidenza con Alisea da poterla chiamare con il solo nome. Per loro era "Lady Alisea", che poi era anche quello un onore tutto sommato. - Vieni, cammina con me. -
    Alisea si alzò, lisciandosi l'abito. Come sempre era impeccabile. La gonna era ampia e fatta a balze. In realtà le balze non erano strisce di tessuto a diversa altezza, ma era un'unica striscia di tessuto che partiva dal corpetto e si arrotolava intorno la figura della Lady e della crinolina magica che lo reggeva. Il tessuto era un broccato di seta indaco, con intarsi rosa e azzurro. Il tessuto stesso aveva un colore diverso per lato, per cui, ad ogni movimento della gonna, si sarebbe intravisto il retro della balza, di un delicato rosa chiaro. Come ulteriore ornamento, alcune balze avevano piccole gemme rosa appese perchè dondolassero ad ogni passo, altre, invece, aveva gemme azzurre cucite sulla stoffa. Dal corpetto partiva anche una sopra gonna rosa chiara, arricciata affinchè creasse dell'altro movimento. Il gioco era quello di rendere la gonna ampia e ricca, in modo da esaltare l'esile figura disegnata dal corpetto e dal bustino. La sopra gonna era di semplice tinta unita, ma presentava qualche rosa applicata. Ovviamente, come tutti i fiori che Alisea indossava sui suoi abiti, erano fiori freschi, colti il giorno prima dal suo stesso guardino e magicamente preservati per non perdere la forma o la freschezza. Il corpetto era estremamente stretto, tanto che anche coloro abituate al bustino magico, si chiedevano se fosse possibile ottenere quel risultato così stretto senza privarsi di alcun organo interno. La forma stessa del corpetto, che accompagnava il busto della Lady fino quasi ai fianchi, faceva in modo da allungarne la figura in maniera ottica. I tacchi che indossava al di sotto la alzavano di qualche centimetro.
    Il corpetto era dello stesso tessuto delle balze della gonna, ma di un broccato più rigido d'aspetto. Presentava anche il medesimo gioco di luce. A chi lo vedeva poteva infatti apparire cangiante, tra il rosa, l'azzurro e l'indaco. Non presentava gioielli o gemme, come la gonna, ma solo qualche lieve venatura curva che mirava a far sembrare ancora più sottile la vita di Alisea. La vera particolarità, però, era la scollatura. Non aveva spalline, ma uno scollo a cuore ben sagomato. Le spalle e il petto, quindi, non avevano tessuto a copertura ma, per fingere la presenza di maniche, erano state appuntate delle maniche di tulle semi trasparente che mantenevano lo stesso gioco di colore del corpetto. Il tessuto delle maniche era leggermente arricciato sotto le spalle, da cui partiva, e non faceva che allargarsi, fino a diventare una lieve manica a losanga piuttosto larga.
    I capelli erano sciolti e mossi, acconciati in modo da avere onde morbide, larghe, e piene di volume. Sul lato della testa, un fermaglio con rose fresche teneva l'acconciatura al suo posto. Il trucco era leggero e i gioielli inesistenti, a parte una coppia di orecchini, dei semplici punti luce di diamante piuttosto piccini, e un nastro di tulle, evidentemente lo stesso usato per le maniche, legato al collo come collarino. Attese che la Weasley si alzasse per prenderla a braccetto e iniziare a camminare al limitare della pista da ballo.
    - Mia cara Eilidh. - Esordì appena lontane dalle altre adepte di qualche passo, ma comunque fuori orecchie. - Ormai sei nel mio seguito da un po', ma non ti ho mai sentita parlare di nessun giovanotto. E, ogni volta che ne invito uno al nostro cospetto, le altre ne attirano le attenzioni. Dunque, le opzioni sono due. O non ti presento giovani che ritieni adeguati, il che è impossibile visto il mio impeccabile gusto... - Una frase che non ammetteva obiezioni. - Oppure il tuo cuore appartiene già a qualcuno. - Opzione che Alisea riteneva più probabile, visto che non metteva in dubbio le sue capacità di trovare partiti adeguati per le sue adepte. - Forse è qualcuno che conosco? Perché se può aiutarti posso invitarlo a casa per un tè e permetterti di conoscerlo e farlo innamorare in un ambiente protetto e sicuro. - Dopotutto non tollerava che le sue adepte si appartassero con i ragazzi alle feste. Non era consono e ci faceva una pessima figura.

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  10. .
    Apro le danze!
    Ci ho messo un po' per votare perché avevo le idee confuse. Ci sono moltissimi personaggi che hanno dato un contributo alla trama del gdr, che poi è il requisito necessario per la nomina a Personaggio dell'anno, ma alla fine ho optato per votare Evan. Evan è un personaggio mosso molto bene, sempre coerente e, nella sua cattiveria, estremamente diverte. In questo anno ha anche dato un piccolo contributo alla trama del gdr. Se per i primi mesi abbiamo avuto l'allerta per il Veritaserum è tutto merito suo, sebbene sia stato anche ubriacato da Tyrion. Inoltre, andando nelle note tecniche, in tre quest di trama che sono state fatte, lui è stato il personaggio che più si è distinto, riuscendo a partecipare attivamente, risultare utile agli Auror nel momento del bisogno e, infine, ottenendo un filo diretto con gli Auror per avere informazioni. Insomma, più vantaggi (meritati) di così non si potevano avere.
    Il mio voto va a lui e alla plé, Fannie, con tanti auguri perché le sconfitte dei Tayside continuino. Adoro leggere del povero allenatore che viene affogato per punizione <3
  11. .
    ALISEA C.E. DUMONT-PHOENIX
    BRYON M.B. ABBOTT
    Alla provocazione di Connor, Bryon rispose con un verso divertito, simile ad una pernacchia, ma prodotto solo dalla vibrazione delle labbra. Non durò molto perché, proprio quello che lo accusava di essere manesco, provò a colpirlo. Era un giochino scemo. Fingere di colpire un posto, che però non veniva colpito, per invece infierire altrove. I gemelli, Eric e lo stesso Connor glielo aveva fanno decine e decine di volte. Ma nulla, lui ci cadeva sempre e comunque! Il Fawley andò come per colpirlo ai genitali. Già di per sé era sleale. Anche se Bryon non ci fosse cascato, comunque l'istinto era quello di andarsi a proteggere quelle parti così delicate, che lui ci teneva a preservare, per poter fare i figli che servivano per portare avanti la sua discendenza. Perché era convinto, come sempre, del fatto che Arlo non avrebbe mai procreato, visto che sarebbe morto prima, e che quindi tale incombenza sarebbe stata sua.
    Chinarsi a protezione, quindi, era la sola cosa utile da fare. E la più scema, visto che Connor non era mai stato intenzionato a toccargli i genitali, ma solo a ricambiare la pacca sulla spalla. Non poderosa come le sue, per altro, ma abbastanza amichevole e affettuosa. Quindi si, c'era cascato.
    Tornando dritto, i due si avviarono verso l'esterno commentando il desiderio di Bryon di non darsi al fumo per poter avere più chance con le donne. Connor fu molto più gentile di lui. Bryon infatti lo aveva canzonato con Alisea, mentre Connor si limitò a consigliargli di trovarsi una fumatrice o di andare verso l'altra sponda. Bryon ridacchiò. Effettivamente le due opzioni non erano malaccio, sebbene la seconda non lo avrebbe di certo aiutato a diventare Sir Abbott un giorno. Alla fine, comunque, piuttosto che rispondere, provò ad attirare Egan da loro. Anche a Connor non sembrò andare male come cosa. Dopotutto lo avrebbe fatto smettere con i gesti se fosse stato contrario. E invece si unì anche lui alla cosa. Egan non poteva assolutamente negar loro la sua presenza e, infatti, neanche il tempo di raggiungere la porta-finestra, lui si era già congedato dalla sua dolce metà per raggiungerli.
    Loro, comunque, arrivarono per primi, visto che erano già in movimento e Connor immediatamente si accese la sua sigaretta e ordinò da bere. Aveva infatti attirato un cameriere che stava andando nella direzione opposta alla loro.
    - Doppio? Ci vai pesante! - Commentò divertito. - Due. - Fece invece al cameriere accodandosi all'ordinazione. Proprio mentre Egan li raggiungeva, blaterando cose.
    - Vuoi da bere? - Chiese subito Bryon al Gaunt, accennando alla presenza di un povero Babbano che attendeva solo l'ultima ordinazione, se ce ne fosse stata una, per rientrare. - E poi, scusa, deve esserci una ragione valida? Far compagnia al fumatore e bere con i tuoi migliori amici non è una ragione valida? - Si avvicinò ad Egan, tentando di passargli un braccio intorno al collo. Bryon era molto alto, quindi non sarebbe stato difficile per lui riuscirci, bisognava vedere se Egan se lo faceva fare. - Da quando sei un ometto sposato ci trascuri! - Lo canzonò e, in caso di riuscita della precedente presa, avrebbe cercato anche di fargli la classica "saponetta", ovvero strofinargli la testa con il pugno chiuso. Non a far male, solo a spettinare un po'. In caso di fallimento il broncio sul viso sarebbe stato solo più evidente. - Non è che farai anche tu lo stesso se ti sposi? - Fece poi tornando a Connor.
    All'interno della Sala, invece, Alisea era stata raggiunta da Madama Angelica. La donna si era seduta in uno dei posti lasciati liberi dalle adepte ed era andata dritta al sodo. Questo Alisea lo apprezzava. Da quando era diventata Lady, riteneva che il suo tempo fosse prezioso e non amava affatto perdersi in chiacchiere inutile. Le due non erano amiche, non per cattiveria, ma non si erano mai parlate in vita loro. Non erano legate da parentele di sorta, i parenti di Alisea erano pochissimi, almeno quelli in Inghilterra. Inoltre la donna non aveva figli che potessero essere sistemati o dalla Lady o con lei o una delle sue adepte, in base al sesso. Aveva parenti, ma sicuramente non sarebbe spettato a lei occuparsene ed era troppo "vecchia" per il suo gruppetto. Inoltre era vedova, e Alisea tendeva a sistemare le giovani nubili.
    Insomma, Angelica voleva qualcosa da lei e prima andava al sodo e meglio era. Anche perché la Lady era una delle persone più curiose del Regno. Forse la donna lo sapeva, forse no. Fatto sta che la mise in seria difficoltà. E neanche lo capì subito.
    L'altra, infatti, iniziò chiedendole dei suoi sentimenti per Nate. Era consapevole che da ragazza era stata più aperta nel mostrare il suo interesse per Nate, sebbene non lo avesse mai confermato se non ai suoi amici più stretti. I Gemelli per primi, più svegli in questo genere di cose, Effie e Ashley perché erano le sue confidenti più strette, e Arlo perché non era un idiota e se ne era accorto. Della sua cerchia più stretta, solo Nate non sapeva e non si era reso conto di nulla. Almeno da quello che la Lady sapeva. In gioventù, comunque, il suo interesse per l'ex Grifondoro era stato più palese e non si stupì che qualcuno di esterno avesse notato la cosa. Ovviamente erano anni che la cosa era sotto controllo e nessuno era stato più capace di capire solo dalle loro interazioni se l'interesse della Lady fosse ancora di tipo amoroso o solo di tipo amichevole, visto lo stretto legame di amicizia.
    Alisea, comunque, non si sarebbe mai esposta troppo. Men che meno con qualcuno che non conosceva. Men che meno con qualcuno che, a quello che sapeva, poteva essere oggetto di attenzione da parte di Nate o che fosse lei per prima interessata. La stessa Angelica non disse nulla di evidente, anzi. Continuò con una frase ancora più vaga della precedente.
    Aveva informazioni. Che tipo di informazioni poteva mai avere Angelica che lei non possedeva su uno dei suoi migliori amici?
    Fosse stata una scacchista, Alisea avrebbe trattato quella conversazione come una partita a scacchi, in cui Nate era il re per entrambe le fazioni. Ma quel poco di furbizia che aveva Alisea proveniva dal dover avere a che fare con le due persone più pettegole del Regno: Jack e Matt Caulfield.
    - Mi avete incuriosita, Madama Angelica. - Iniziò a dire la Lady con tono cordiale e l'espressione di chi la sa lunga, pur non sapendo assolutamente nulla. - Ma quello che posso dirvi è che Nate è uno dei miei migliori amici e tengo a lui con tutto il cuore. E proprio per questo, sono sicura che sono poche le informazioni che voi possedete e che io, invece, no. -
    Alisea stava iniziando a farsi le sue idee in merito. Non sapeva fossero giuste o sbagliate. Ma non avrebbe di certo rischiato di sbandierare i suoi sentimenti con una sconosciuta che li avrebbe usati chissà per che cosa. Però una parte di lei moriva di curiosità. Cosa poteva mai sapere quella donna che lei ignorava? Come aveva avuto tali informazioni? Il suo legame con Nate era così stretto da aver avuto accesso ai suoi pensieri più intimi e profondi? E perché proprio lei?
    Dopotutto Alisea era più bella. E giovane. Non che Angelica fosse brutta. O vecchia. Era solo più grande. Era di bell'aspetto, con occhi dall'espressione intelligente e modi assolutamente impeccabili, ma le appariva fredda e austera. Cose che Alisea non era. Si poteva dire che fossero agli antipodi.
    In ogni caso, non desiderava demordere, quindi provò una diversa strategia, sebbene potenzialmente dolorosa e sicuramente inutile a ricevere le informazioni che tanto agognava.
    - Se provate sentimenti per Sir Nate e avete la certezza di esser ricambiata, non posso avere nulla in contrario per una vostra eventuale unione. Io di certo non ho alcun interesse a ostacolarvi. E poi, non sono certo io a dover dare la mia benedizione. Se invece eravate intenzionate ad avere qualche dettaglio in più su di lui, per quanto mi duole ammettere, credo che abbiate cercato la persona sbagliata. Sir Arlo Abbott, figlio di Sir Abbott, è certamente la persona migliore, essendo amici da molto prima di me. - Insomma, si finse disinteressata alla cosa, sebbene dentro morisse di curiosità. - Anche i gemelli Caulfield sono fonti attendibili. Ma...sono certa che preferiate un tipo di discrezione che, sfortunatamente, nessuno ha mai insegnato loro. - Si pentì immediatamente di quelle parole. I Gemelli potevano essere perfetti perché poi avrebbero spiattellato qualsiasi cosa, specialmente con la giusta moneta. Arlo, invece, sarebbe stato una tomba. Ma almeno così poteva dirsi sicura di aver finto sufficientemente bene il suo disinteresse per la cosa. Dopotutto la reputazione dei Caulfield era ben nota a tutti. E se anche Angelica non ne fosse stata consapevole prima, il loro comportamento al matrimonio di Egan e Titania lo aveva reso più che evidente.
    Che poi fosse tutt'altro che disinteressata e che le parole da lei pronunciate con tanta distinta sicurezza fossero balle...erano solo dettagli.

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  12. .
    La creazione del gdr da zero ha impiegato circa 5 mesi. Abbiamo iniziato a prepararlo a fine autunno del 2020 e lo abbiamo aperto ad Aprile del 2021. Comunque nei (quasi) tre anni di apertura abbiamo apportato moltissime modifiche ed aggiunte, man mano che ci venivano fatte presenti delle mancanze o ci rendevamo conto che c'era la necessità di imporre qualche limite o di levarne qualcuno. Addirittura in molti casi abbiamo anche creato nuovi regolamenti e in occasione dell'ultimo compleanno abbiamo addirittura inserito moltissimi poteri speciali e un nuovo ufficio Ministeriale per avere più gioco! Per cui non possiamo neanche dire che il gdr è davvero ultimato e definitivo, sicuramente inseriremo moltissime altre cose in futuro!
  13. .
    ALISEA C.E. DUMONT-PHOENIX
    BRYON M.B. ABBOTT
    Connor non rispose alle sue parole. Bryon lo vide distintamente chiudersi nel suo riccio fatto di spine.
    Ormai Bryon era consapevole di non avere amici propriamente normali, cosa che comunque gli andava bene. Ma tra casinisti, triggerabili e semplicemente strambi c'era una bella varierà. Connor era della categoria triggerabili, quella con cui era bravo ad avere a che fare, grazie a sette anni passati gomito a gomito con Junior. C'era da dire che i trigger di Connor erano molto più gestibili di quelli del Nobile. Junior rompeva tutto e tutti se anche solo gli pronunciavi la parola sbagliata. E davvero bastava una parola o due. Non era assolutamente necessario che si alludesse al concetto. Lui automaticamente collegava tutto a modo suo e sbroccava.
    Connor invece era di più facile gestione. Non rischiava di picchiarti a sangue o ucciderti a colpi di bacchetta, al massimo si offendeva o reagiva in maniera melodrammatica. Nulla che non vedesse costantemente anche in Egan o in Sir Adam, con il quale divideva l'ufficio ormai da quasi due anni. Doveva solo attendere e vedere quale sarebbe stata la reazione dell'amico e prepararsi a limitare i danni. Era bravo in questo.
    Ma anche il Fawley non era da meno. Dopo essersi chiuso in sé stesso, infatti, sembrò calmarsi da solo. Niente scenate, niente attacchi alla sua persona, nessun tentativo di farlo sentire in colpa. Lo guardò solo male per un attimo per poi distogliere lo sguardo, prima di andare poi a scolare il bicchiere e chiedergli se voleva fumare con lui.
    Bryon era molto fiero dell'autocontrollo dell'amico, quindi cercò di riversargli un'altra bella pacca, questa volta mirata a colpirgli la spalla. Non era un colpo forte, sebbene Bryon era alto, piazzato e, dopo anni passati a giocare come Battitore dei Grifondoro, anche molto forte. Non ci mise forza, visto che non era mirato a fargli male o fargli fare figuracce cadendo in avanti. Solo una pacca amichevole. Ovviamente che fosse andata a buon fine.
    - Ma guarda...io in realtà preferirei non fumare. Metti che riesco a rimorchiarmi qualcuna? Mi piace avere il mio alito fresco come una rosa. - In realtà dopo quanto aveva bevuto, il suo alito era tutt'altro che fresco, ma pesante e abbastanza alcolico. Poi, come se nulla fosse, ci mise il carico scolando anche lui il suo bicchiere. L'aria esterna gli avrebbe fatto più che bene, quindi non temeva di crollare a dormire di lì a poco. - Ma ti accompagno! -
    E mentre lui si avviava, convinto che Connor lo avrebbe seguito essendo una sua idea, cercò di lanciare un cenno anche a Lord Egan, se ci fossero passati abbastanza vicini. Il segno era mirato a invitarlo a seguirli fuori. Imitò anche il gesto della sigaretta, giusto per fargli capire quali erano le loro intenzioni, giusto per renderlo partecipe. Egan non fumava, ma neanche l'Abbott lo avrebbe fatto, quindi poteva tranquillamente unirsi. Sperava giusto non si portasse la consorte dietro! Quella era roba da maschi!
    Nell'uscire i ragazzi passarono non troppo distante da Lady Dumont-Phoenix, cosa che Bryon non mancò di mostrare con una gomitata al povero Fawley, ma senza fermarsi e procedendo dritto verso la porta che conduceva al terrazzo. Alisea era ovviamente circondata dalle sue solite adepte e neanche si curò dei due che probabilmente l'avevano adocchiata. Non erano i soli. Non solo non aveva fatto nulla per nascondersi, come al suo solito, ma aveva il suo solito gruppo di persone da salutare. La vecchia zia decrepita, i suoi amici, i suoi parenti Lestrange. Insomma, come sempre cercava di avere tanti occhi su di lei. Inoltre non rimaneva mai abbastanza a lungo da sola. Questa volta a raggiungerla per prima fu un'alta funzionaria.
    Alisea prima del matrimonio Gaunt, non aveva la minima idea di chi fosse, ma aveva avuto modo di sapere molto di più. Era Madama Angelica Leonhart, vedova di uno dei figli di Sir Leonhart. In passato era stata Corvonero, proprio come lei, e Prefetto, proprio come lei. In realtà era stata Prefetto per tutti e tre i primi anni di scuola della Lady, ma ovviamente la bionda aveva rimosso perché non erano dettagli importanti. Il solo importante era che Nate sembrava interessato a lei. O almeno era quanto Alisea aveva deciso di mettersi in testa avendoli visti ballare una sola volta. Dopotutto Nate non era mai stato interessato alle donne. Solo agli alberi e ai suoi amici. Alisea lo aveva visto ballare spesso ma, a parte una parentesi con Camila Abbott, invitata perché a quanto pareva cercava Arlo, poi erano sempre la sorella o le sue amiche, nessuno di preoccupante. Ma Madama Angelica non era del giro e, fino a quel matrimonio, neanche sapeva si conoscessero.
    Ovviamente, nonostante Alisea avrebbe voluto darle fuoco per la sola ragione che Nate aveva chiesto all'alta funzionaria di ballare e non a lei, le sorrise quando la vide avvicinarsi.
    - Madama Angelica. - La salutò con educazione, il tono che cercava di apparire amichevole, ma manteneva un sottotono teso. - Naturalmente. - Si schiarì quindi la voce. - Ragazze, Madama Angelica vorrebbe sedersi. - Immediatamente le adepte, un gruppetto di sette ragazze, quelle che per quella sera erano tenute a farle compagnia, si alzarono, lasciando posto sulle sedute intorno per l'alta funzionaria, e si allontanarono, alcune di qualche passo soltanto, abbastanza da lasciare privacy alla Lady, altre invece andarono a cercare qualcuno da ballare, da mangiare o da bere. Non era importante perché Alisea non le guardava neanche.
    - Accomodatevi. Le ragazze sono andate via prima che potessi offrirvi da bere, ma magari qualcuna è ancora in giro... - Non si mosse a chiamare nessuna, comunque, perché attendeva che l'altra le desse un via libera. Se non voleva nulla da bere, era inutile scomodarsi.

    SOMETIMES I GET SO WEIRD I EVEN FREAK MYSELF OUT
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    Benvenuta!
    Io sono Alba, una delle tre Admin. Adoro quando arrivano persone che si impegnano con la lettura della doc e che apprezzano il lavoro che ci sta dietro <3 Ovviamente se hai bisogno di qualsiasi cosa, da un aiuto a consigli, non esitare a chiedere. Ti si aiuta molto volentieri. Sappiamo quanto sia dura barcamenarsi con tutta la doc, quindi, davvero, non farti problemi.

    E poi...ovviamente la base: spoilerini sui pg?? **
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    20 · ALTO FUNZIOARIO · UFFICIO COOPERAZIONE INTERNAZIONALE · Portfolio
    BRYON M.B. ABBOTT
    Sulle prime di Connor, Bryon strinse le spalle. Non era infatti insolito che Eric li piantasse per qualche nuova ragazza. Sin dal matrimonio di Ashley, sua sorella, sembrava molto più desideroso di sistemarsi. Quasi tanto quanto Bryon e Connor. Connor, però, aveva una sola persona in mente, ed era inarrivabile. Bryon non aveva una persona in mente, ma principalmente voleva una ragazza carina. Anzi, bellissima. Possibilmente anche nobile. E che fosse più bella di Titania e di entrambe quelle che sarebbero finite con i gemelli. Ovviamente confidava nel fatto che ci sarebbe chiaramente riuscito. E poi sarebbe diventato anche Sir Abbott alla morte di suo padre, perché era ovvio che Arlo sarebbe deceduto sotto pile e pile di scartoffie e senza sposarsi. Arlo, infatti, da quello che lui ne sapeva, non era alla ricerca di una moglie, preferendo piuttosto la scalata lavorativa nell'Ufficio di famiglia. Puntava a diventare il nuovo Capoufficio della Cooperazione Internazionale e sarebbe passato su tutti quelli che gli si paravano di fronte, incluso Sir Adam che alternava momenti in cui era divertente a momenti in cui sembrava proprio quella pizza di suo fratello maggiore.
    Fatto sta che Eric era motivato a sposarsi, ma non come lui. Si puntava su ogni ragazzina carina che gli passava a tiro e, dopo una serata di corteggiamento, poi la ignorava definitivamente. Per Bryon non era di certo il modo migliore per sposarsi prima che Sir Green gli combinasse un matrimonio con qualcuna di sua scelta. O che lo decretasse gay.
    Fatto sta che, senza Eric, a brindare erano due, quindi non doveva prendere un terzo bicchiere, ma bastavano i soli che si era già accaparrato. Uno per lui e uno per il Fawley che, a differenza di quel traditore di un Green, era ancora al suo fianco. In ogni caso Bryon non aggiunse nulla, preferendo concentrarsi sul resto. La scommessa con i gemelli ed Egan. Connor non sembrò intenzionato ad unirsi alla scommessa come partecipante. Non che Bryon lo avesse invitato, ma se si fosse offerto non gli avrebbe certo negato l'ingresso. E dubitava che Egan o i gemelli avrebbero detto nulla a riguardo. Piuttosto Connor si offrì come giudice. Peccato che loro un giudice già lo avessero. Bryon stava proprio per informarlo, quando notò che l'amico si era imbambolato.
    Seguì il suo sguardo, notando immediatamente Lady Alisea in mezzo alle sue solite adepte. Che imbranato! Come se avesse mai potuto avere speranze con la Lady del Devonshire. Si mise quindi a ridere, provando a colpire con forza l'amico sulla schiena. Lo fece addirittura con forza, provando, in caso di riuscita a farlo cadere in avanti. Non per forza in maniera fisica, ma anche solo facendolo piegare per l'impatto. Niente danni, niente scenate. Non voleva certo rischiare che uno di loro o entrambi rischiassero di non essere più invitati a corte!
    - Svegliati, babbeo. Tanto non ce la fai sicuro a rimorchiartela. - Lo prese in giro subito Bryon, continuando a ridacchiare. - E il giudice, poi, è proprio lei. - Bryon accennò alla Lady con un cenno della testa, non propriamente discreto. - Anche se non so se i gemelli o Egan alla fine glielo hanno chiesto davvero o no. Io di certo non l'ho fatto. - Si strinse nelle spalle. - Egan ha pensato che fosse il giudice migliore, essendo una donna e fissata con queste cose. E poi nessuno di noi l'avrebbe mai sposata. Egan è impegnato, io sono realista e i gemelli hanno quasi vomitato al sol pensiero. - E così rivelò anche gli altri partecipanti alla scommessa, senza che questi gli venissero chiesti.

    LIGHT A MATCH AND PUT IT TO MY NAME
411 replies since 14/6/2013
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