Matrimonio di Lloyd e DioneFinta ambient

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    Madama Angelica V. O. Leonhart
    Lord Evan D. B. A. Rosier
    Sir Zacharias A. G. Zabini

    Angie se ne stava sulle sue, osservando l’ambiente e lasciando che la sua mente vagasse tra pensieri, idee, propositi e quant’altro.
    Vedendo alcune tra le adepte di Alisea ocheggiare libere qua e là, cominciava a dubitare che Alisea avesse intenzione di mandarla a chiamare. Anzi, cominciava ad avere il dubbio che la Lady stesse ancora riflettendo sulle sue parole, cercando di comprenderle, oppure che, al contrario, se ne fosse completamente dimenticata.
    In ogni caso, non sarebbe stata lei a riprendere da dove erano state interrotte.
    Era così presa a riflettere su quali dovessero essere le sue successive mosse -che evidentemente non comprendevano, al momento, Alisea- che quasi si accorse di Duke solo quando se lo ritrovò davanti
    lord Duncannon
    esclamò, con una leggera inflessione nel tono della voce, che quasi tradiva il fatto che fosse stata colta di sorpresa, prima di esibire una lieve riverenza col capo e col busto in segno di saluto
    lieta di vedervi e di trovarvi bene
    aggiunse, in risposta al saluto dell’altro, riprendendo perfettamente contegno. In altre circostanze, probabilmente avrebbe gentilmente declinato l’invito, preferendo restarsene sulle sue anzichè essere oggetto di stupidi e frivoli pettegolezzi.
    E se avesse avuto il dono della legilimanzia, ed avesse saputo che le intenzioni di Duke erano ben diverse da quello che poteva apparire probabilmente l’esito sarebbe stato il medesimo. Perchè, per quanto fosse intelligente e colta, di certo -dopo un velato e cortese invito a ballare- non poteva immaginare che le intenzioni di Duke fossero di proporla per suo fratello.
    E l’idea di essere corteggiata dal futuro scapolo d’oro del regno era così allettante da non poter essere ignorata.
    Vi ringrazio per la premura…
    esordì, in un tono che non lasciava presagire un rifiuto
    …perchè, a dire il vero, non ho ancora avuto il piacere…
    proseguì, tendendo leggermente la mano affinchè lui la prendesse
    e se non siete troppo stanco, sarebbe un immenso piacere.
    concluse, quasi con una provocazione, il volto ed il tono di voce serio, ma gli occhi chiari che non nascondevano un chè di divertito, mentre aspettava la sua risposta

    In un’altra ala del salone, l’Alto Funzionario banchiere aveva trovato una compagnia piuttosto insolita, per i suoi standard.
    *Ho una buona memoria
    si limitò a dire, laconico, verso Fionn, dopo aver espletato tutti i saluti di rito che l’etichetta prevedeva, ma senza aggiungere altro, anche perchè il discorso fu canalizzato dal breve monologo di Connor.
    Zach ascoltò attentamente le parole di Fawley. La voce del giovane Alto Funzionario era leggermente alterata dalle -eventualmente abbondanti- dosi di alcolici che aveva già trangugiato, ciononostante i suoi concetti erano estremamente lucidi e ben posti.
    E quello stato di insoddisfazione dietro le sue parole non nascondeva un certo fervore che probabilmente era comune a coloro che godevano di una quantità ben inferiore di privilegi, e che mossi da sciocche favolette sulla libertà e la giustizia sociale si erano dati al crimine ed al vandalismo, proprio a cavallo tra il nuovo anno ed il precedente.
    Se per estirpare le erbacce certamente servivano incendi, non essere in grado di controllarli era ancor peggio che appiccarli.
    *le miniere sono la principale fonte di sostentamento in una regione altrimenti brulla e con un clima impervio, povera di materie prime e di terreni utilizzabili per coltivazioni o allevamenti
    Esordì, mentre con un cenno dello sguardo verso un inserviente, indicava il liquore del quale voleva servirsi, quindi tornò a voltarsi verso il trio
    *in questo contesto, il confine tra avidità e necessità diventa molto, molto labile
    dato che, come certamente Connor sapeva, quest’ultimo crollo era solo una conseguenza del fatto che, a seguito di un precedente crollo, anzichè isolare completamente l’area, si era preferito scavare in punti diversi della stessa montagna, con un risultato quasi più disastroso del precedente.
    E proprio verso di lui si rivolse
    *I suoi propositi sono senz’altro molto nobili, mio giovane amico…
    proseguì
    *…ma una giornata di lutto non riporterebbe indietro le persone decedute, né permetterebbe, alle persone rimaste senza lavoro, di avere ciò che necessitano per sostentarsi
    ed a questo punto, fu lui a lanciare a sua volta una provocazione, per vedere come avrebbero reagito: la cosa interessante di quella “strana” compagnia, era che fosse rappresentativa di praticamente ogni strato della società: un popolano Auror, impegnato al fronte, un un giovane Alto Funzionario al servizio di una Lady, e un nobile, senza alcun obbligo se non quello di partecipare agli eventi dell’alta società. Non avrebbe trovato un campione più esiguo e ugualmente rappresentativo del regno.
    *Appare quindi lecito chiedersi se, quanto scritto dall’Opinionista il 13 novembre 1859, più che una provocazione di un giornale incapace di far altro, non fosse un triste presagio
    proseguì. Leggeva sempre un po’ tutti i giornali del regno, inclusi quelli che non apprezzava (e l’Opinionista non era certamente in cima) e ricordava senza problemi tutte le notizie, dalle più frivole alle più importanti. E quelle che riguardavano critiche alla politica erano sempre le più facili da ricordare
    *Le Highlands sembrano essere il posto migliore per morire, ma la colpa non è del paesaggio impervio o della sfortuna, quanto più del Lord che se ne occupa.
    citò, riportando esattamente le parole del giornale di più di un anno prima, dato che lo ricordava come fosse uscito quella stessa mattina

    Evan accettò di buon grado il bicchiere agguantato da mabelle. Un rosso, decisamente il suo preferito
    <la mia fretta di accasarmi è direttamente proporzionale a quella del Lord del Tayside di cedere qualcosa al suo erede>
    sussurrò con fredda schiettezza, facendo spallucce. D’altronde era risaputo -tantopiù ai suoi parenti- che i suoi incarichi ufficiali come aiuto gestore del Tayside prevedevano il Quidditch, gli accordi matrimoniali per i cadetti celibi e nubili, e altre questioni interne alla regione di minore rilevanza, come rassicurare la popolazione che viveva alle pendici dei Grampiani circa l’impossibilità di un ritorno dei giganti (unica cosa a dargli un minimo di soddisfazione, nel tenere costantemente la popolazione sul filo del rasoio. Anche se, persino col Quidditch qualche soddisfazione era riuscito a togliersela, dopotutto).
    Evan voleva di più, molto di più, e non aveva alcuna intenzione di generare anzitempo un erede solo per essere scavalcato nel posto che gli spettava, e che aveva intenzione di tenersi quando fosse giunto il suo momento.
    Anche perchè, suo padre non era ancora abbastanza vecchio e godeva di ottima salute, e quell’ingombrante presenza gli impediva di raggiungere il potere che agognava.
    <oh oh, non vorrai dirmi che sei gelosa?>
    rispose con un’aria divertita alla provocazione della cugina, il cui rapporto di competizione-odio con Eos aveva sempre destato un certo interesse, ed aveva tutta l’intenzione di approfondire, prima o poi
    <anche perchè, chiunque riuscirà a sposarmi…>
    per una mente profondamente maschilista e misogina come la sua, nonchè per la posizione sociale che rivestiva, per lui era normale considerare se stesso come un obiettivo ambito: erano le donne a dover sgomitare per farsi notare, e non certo il contrario
    <…si renderà conto di quanto scomoda sia la sua posizione.>
    disse ancora più a bassa voce, volutamente ambiguo. Intendeva forse dire che il titolo di futura Lady richiedesse un notevole impegno nella vita pubblica?
    O forse che avere a che fare con un marito come Evan tra le mura domestiche fosse tutt’altro che una passeggiata?
    Prima che potessero continuare quel discorso, comunque, avevano trovato Aster non molto lontano da loro, intento a… parlottare? Fortuna che, a proposito di stranezze, non notò Eluned che aveva discretamente fissato sè e Mabelle.
    <i Caulfield probabilmente sono stati rinchiusi in un baule che non si aprirà finchè la Vedova di ghiaccio non sarà volata su nelle Highlands. E sì che non deve essere di ottimo umore, considerato che quel giorno poteva essere oggi>
    rispose al commento di Mabi riguardante i Caulfield, in tono tutt’altro che ironico: era realmente convinto che Ellen li avesse rinchiusi a forza.
    <mh? Qualche idea, Aster?>
    domandò verso di lui, e questa volta notò invece qualcun altro, che gli fornì un discreto spunto
    <Da quando Egan ha smesso di fare il matto, non ci si diverte più come una volta>
    commentò, facendo spallucce
    <..in compenso, certa gente continua a godere di privilegi che non merita…>
    aggiunse, rivolgendo uno sguardo truce verso Fionn: la prima volta aveva partecipato a Corte in qualità di testimone dello sposo, osando rivolgersi a lui in modo totalmente inappropriato, ed ora era nuovamente presente in qualità di parente dello sposo, una cosa assolutamente inaccettabile, nella sua mentalità classista. E, dopo Effie, in cima alla sua lista nera c’era proprio l’auror


    Believers, Deceivers, Turned into bitter cheaters. We are the stars of the masquerade
     
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    Differentemente dal tonto di prima, Bryon non venne scartato. Sirona si dimostrò anche cortese. Ricambiò il saluto senza titoli, ma solo con il cognome, e non apparve neanche risentita. In tante tra le signorine, ma anche tra gli uomini adulti, non sembravano affatto contente di vedersi private del titolo e chiamate con il solo cognome, specie quello da nubile che molte non vedevano l'ora di lasciare. Sirona era diversa. In un certo qual modo ricordava Camila. Ma Camila non era enigmatica, era solo una ragazzina, anche ora che non frequentava più Hogwarts. Probabilmente alle donne quello che faceva bene era il militare in una squadra di Quidditch. Le rendeva più sciolte e meno permalose. Accettò comunque l'invito, spiegando che comunque preferiva di gran lungo il Campo di Quidditch a quel tipo di eventi.
    - Bhe, anche la corte non è comunque così diversa da una partita. Le madri sono i Battitori, i figli e le figlie dei bolidi che vengono spinti verso gli altri giocatori. E anche la strategia è la stessa. I bolidi vengono sempre spediti verso i giocatori più bravi, così come i figli vengono spinti sui partiti migliori. In più ho visto mia sorella cercare di difendersi da mia madre che voleva che indossasse un vestito specifico, brandendo una scarpetta. Anche la violenza è la stessa. - Ridacchiò. In ogni caso, avendo accettato, le fece largo verso la pista, offrendogli anche la mano, se avesse voluto accettarla. Altrimenti non l'avrebbe forzata, rimettendosi a prendere la posizione da ballo sulla pista, dove comunque avrebbe dovuto prenderla per mano.
    - Comunque noto anche che, nonostante lo stesso colore di capelli, i Parkinson sono molto diversi dai Weasley. - Che poi non era la sola cosa in comune. Lord Parkinson e Lord Weasley erano membri dello stesso partito politico, da quello che Bryon ricordava. - Se il campo di Quidditch vi manca, dovete assolutamente prendere parte a una festa a casa Weasley. Nonno ci spinge sempre a giocare tra noi nipoti, o comunque chiunque ne abbia le capacità, la forza e la voglia. Maschi e femmine senza distinzione. Per fortuna non si vede, ma mia sorella ha un bel livido sul fianco per causa mia. La disgraziata è veloce. - Poi accennò ad un Weasley che ballava poco lontano con la moglie. - Lui invece mi ha quasi rotto un polso. E parliamo di...poco prima di recarci a palazzo per le festività! - Avevano anche avuto un lutto in quel periodo, ma il nonno aveva pensato che far massacrare i nipoti in campo avrebbe tirato su il morale a tutti. Un modo bizzarro di affrontare quel genere di cose. Però era vero, era stato divertente.
    - Per i conversatori, non dovresti essere troppo severa. - Aggiunse poi. - La conversazione non è un dono, ma solo questione di fortuna. Se sai di cosa parlare con qualcuno è facile. Sono sicuro che potremmo parlare di ricordi scolastici e Quidditch per ore, ma se dovessi decidere di voler una conversazione su...bho...roba noiosa come lo studio o qualche argomento inutile...potresti trovarmi assolutamente inadeguate. - Concluse ridacchiando. E in tempo, visto che iniziò la danza. Bryon era un bravo ballerino, sebbene non il migliore. Ballava come qualcuno a cui avevano impartito lezioni e che, pur non essendo portato, ci aveva messo molto impegno.
    E mentre Bryon ballava, sua sorella Camila lo fissava ridacchiando dal tavolo dei dolci. In realtà si era da esso staccato appena notato Bryon avvicinarsi a Damigella Sirona, che conosceva di vista anche lei. Dopotutto Camila era solo un anno più piccola della ragazza e, anche lei era stata una giocatrice di Quidditch. Cacciatrice, però. Per cui al più era stata quella bersagliata dalla Parkinson. Ben presto, quando l'improbabile coppia iniziò a danzare, Camila di stufò di osservarli, preferendo cercare soggetti più interessanti. Magari proprio i gemelli. Sicuramente avrebbero trovato battute più divertenti da fare al loro caro amico e la sua improbabile dama. Nella sua ricerca, comunque, le cadde lo sguardo su una delle sue cugine.
    Eluned era sola per quella volta e stava guardando per lo più gente in cagnesco. Primo tra tutti Lord Carrow, sebbene poi aveva posato gli occhi anche su un gruppetto formato da Sir Aster, Lord Evan e Damigella Mabelle. Decise di avvicinarsi.
    - Il povero Capitano Gondor sarà distrutto nell'apprendere che la sua futura sposina cova sentimenti amorosi verso Lord Carrow e...non so chi dei due ti piaccia, ma nel dubbio sei troppo vecchia per loro e hai anche pessimi gusti. - Il tono era beffardo e anche divertito. Aveva parlato a voce bassa, per cui dubitava che, a parte la cugina qualcuno avesse sentito. E poi si era avvicinata lenta e silenziosa proprio alle sue spalle, parlando quindi senza prima introdursi, sperando quindi di farla almeno scomporre per la sorpresa.
    Chi invece dovette lottare con tutta se stessa per non scomporsi era Janice. Aveva lasciato la madre, subito raggiunta dal fratello Edmund, affermando che avrebbe cercato James, ma non aveva affatto voglia di ballare. Se ne avesse avuto davvero voglia, avrebbe chiesto ai suoi fratelli. Sapeva che Edmund non le avrebbe mai detto di no, e anche Capian o Neville, sebbene nel primo avrebbe certamente trovato un compagno più allegro e disponibile, mentre gli altri due, in base al momento e ai loro desideri, sarebbero stati meno contenti, ma comunque disposti a farle compagnia. Di certo, quindi, non avrebbe dovuto alzarsi lei alla ricerca di un fidanzato che probabilmente stava brillo con i suoi amici. Probabilmente Faramir. Era quasi sempre Faramir, dopotutto.
    Non si mise, quindi, alla ricerca di James, ma solo di un punto per cambiare aria. Un'aria che non odorasse di matrimonio. Agguantò un bicchiere di champagne e, per qualche secondo, rimase in attesa. Stava addirittura valutando di uscire, anzi, stava proprio per mettersi a camminare in quella direzione, quando venne fermata. Era Dama Titania. Le due non si conoscevano se non di fama, dopotutto Janice aveva partecipato al suo matrimonio, tenutosi proprio a settembre. Avevano età diverse e avevano frequentato la scuola in periodi molto diversi. Janice era più grande, Titania era stata compagna di classe e di casa di suo fratello Edmund, ma se fossero o meno amici non ne era certa. L'amico di Edmund che aveva sentito citato di più era infatti un popolano di sesso maschile.
    - Dama Titania. - La salutò infine con un sorriso gentile e modi garbati. - Si, è una festa molto bella. - Convenne. - Per esser qualcosa che è stato preparato in tutta fretta e in sostituzione di un altro evento, ritengo che sia davvero ben riuscito, ma da Madama Dione non mi aspettavo nulla di diverso. - Conosceva benissimo la sposa, infatti. Era solo di un anno più giovane, dopotutto. E i figli e le figlie degli Auror tendevano a conoscersi tutti. Non aveva invece mai avuto a che fare con lo sposo, ma se Dione lo aveva scelto doveva essere un giovanotto assolutamente valido.
    - Anche James è con gli amici, quindi preferisco non disturbarlo. - Per cui no, nonostante avesse detto il contrario a sua madre, non ebbe problemi ad esser sincera con quella giovane sposina. Ma se fino a quel momento stava chiacchierando in maniera tranquilla e distesa, come si fa con una conoscente, rimase perplessa per la frase successiva. Effettivamente non sapeva cosa rispondere ad una domanda così diretta. Titania non attese subito la risposta, parlando di come anche sua madre facesse delle pressioni.
    - Le madri, eh. - Provò quindi a scherzare, cercando di riprendere definitivamente il controllo. - Immagino sia normale, comunque. Vogliono il meglio per noi. E i nostri ruoli sono quelli di donna sposata e madre, quindi suppongo che lo facciano per il nostro bene. - Non era certa di essersela cavata, ma almeno la sua mascella era rimasta al posto suo ed era riuscita a cavarsela con delle risposte che riteneva tutto sommato educate e cortesi. Anche lei in parte era curiosa da quella smania di nipotini, ma preferì non fare domande, sebbene avrebbe ascoltato volentieri Titania se avesse deciso di aprirsi.
    Chi, invece, non attendeva che gli altri si aprissero, ma andava dritta al solo, oltre alla Gaunt, era Alisea. Aveva deciso che era il momento di sistemare la giovane Weasley e lo avrebbe fatto. Chiese quindi con pochissimi mezzi termini quali fossero le sue mire e, nonostante l'incertezze, ebbe dei nomi.
    - Qualcuno un giorno vuole diventare Lady. - La canzonò in maniera bonaria. Dopotutto aveva puntato due eredi al titolo di Lord di Regione, non erano certamente personalità da nulla. E poi Alisea conosceva entrambi. Corvus era suo cugino e, in quanto tale, aveva un patrimonio genetico invidiabile. Dopotutto la metà buona la condividevano essendo le loro madri sorelle. Era quindi affascinante, con un impeccabile gusto nel vestire e con maniere ineccepibili. Perché quindi piacesse non era assolutamente un mistero. Il mistero, invece, era perché apprezzasse Evan! A scuola erano stati compagni di classe per ben sette anni, sebbene in case diverse. Non nutriva per lui una grande ammirazione. Non era brutto, sebbene Alisea non trovasse affatto piacevoli i suoi tratti. Non era Sir Nate, dopotutto. Lui si che era affascinante! Non ammirava, comunque, i suoi modi e non aveva mai approfondito abbastanza la conoscenza da poter dire qualcosa in più sul suo carattere. Era comunque un partito di tutto rispetto, visto che sarebbe un giorno diventato Lord del Tayside.
    - Dovrai iniziare a parlare con gli uomini e battere la tua timidezza, Eilidh. - Face subito Alisea. - Dovrai trovare marito e, quando ne avrai uno, dovrai generarci dei figli. Non puoi certo avere figli con qualcuno con il quale balbetti invece di parlare. Non sta bene. - Il tono era paziente. - E non sei diversa da molte altre ragazze, anzi. Almeno tu hai un buon portamento, modi eleganti e attenzione per il rango. - Cosa che non poteva dirsi di molti. - La tua timidezza può tranquillamente essere spacciata per sottomissione. E gli uomini, non tutti ma molti si, apprezzano una donna che sia sottomessa. - Dopotutto era un mondo patriarcale il loro. Certo, c'erano uomini che apprezzavano anche le donne intelligenti e di polso. Sir Ronald aveva sposato Ashley. E chiunque avrebbe sposato lei o Effie avrebbe trovato le stesse caratteristiche. - Inoltre se tua cugina, Miss Eluned, ha trovato un marito alla sua...oddio, ormai non ha trent'anni? Insomma, ha trovato marito da praticamente vecchia! - Per fortuna Sirius non era a portata d'orecchie o sarebbe svenuto dallo shock. - Tu sei giovane e graziosa. Inoltre tuo nonno è un Lord di Regione. Ed è anche molto influente in parlamento. Anche se tuo padre non erediterà il titolo, comunque rimani un buon partito. -
    Finito di rassicurarla, si soffermò sul resto delle sue parole. - Quindi ora donne vecchie e uomini giovani vanno di moda? - Una punta di disapprovazione, ma, sebbene in quel momento poteva apparire mirata verso un improbabile interesse di Lord Evan verso Miss Eluned, aveva invece altre origini, ma non si preoccupò di spiegarle. Comunque un'occhiata in giro la diede uguale, fingendosi pensierosa. - In ogni caso, tua cugina è impegnata. E nessuno oserebbe mai contrariare il Gran Generale Gondor. Inoltre Lord Evan diventerà Lord del Tayside. Non può scegliere una moglie vecchia, ma una giovane che possa dargli una discendenza. E tu sei decisamente più adatta. - Nella folla, sebbene non lo stesse cercando, trovò l'erede del Tayside.
    - Quindi, hai voglia di ballare con Lord Evan oppure cerchiamo Corvus? - Chiese. - Entro la fine della serata dovrai parlare con almeno uno dei due, quindi tanto vale scegliere... - Insomma, non ammetteva molte repliche.
    In tutto ciò, la passeggiata delle due donne non si era frenata, ma continuava lenta e rilassata. E non erano le sole. Anche Lady Greengrass aveva scelto la medesima occupazione e, se nessuna delle due avesse cambiato traiettoria, alla fine si sarebbero per forza di cose incrociate. Ma non erano le sole. Infatti anche Arlo era in giro e fu il primo a incrociare la Lady. La conosceva. A scuola erano stati entrambi Serpeverde e membri del club di scacchi, che lei aveva capitanato fino al suo settimo anno, passando poi il ruolo a Nate, suo migliore amico. Magari lei poteva non ricordarsi di lui, ma lui sapeva esattamente chi fosse, sebbene all'epoca portava ancora il nome di Avery.
    - Lady Greengrass. - La salutò con cortesia. - Forse non vi ricorderete di me. Sono Sir Arlo Abbott, siamo stati a scuola nello stesso periodo. - Optò per presentarsi. Comunque Lady Greengrass avrebbe dovuto conoscere uno dei prefetti di Serpeverde, anche se lei era la settimo anno e lui era prefetto del quinto, ma era passato del tempo e di prefetti doveva averne visti tanti. Arlo, poi, era educato, quindi non avrebbe mai iniziato una conversazione con qualcuno con cui aveva poca, quasi nessuna, confidenza senza prima presentarsi. - Posso accompagnarla in questa passeggiata? - Chiese con garbo, offrendole anche il braccio se avesse desiderato prenderlo. - Immagino siate voi, in quanto donna e madre, ad occuparvi di certe faccende. Mi sono preso l'incarico, in vece di mio padre, di trovare una moglie per mio fratello minore. Derren, ovviamente. - Dubitava che Adele potesse conoscere Bryon, ma nel dubbio era bene assicurarla che non l'avrebbe mai insultata offrendogli quel piantagrane. Derren, invece, era un giovanotto intelligente e a modo, sicuramente più adatto a sposare una nobile. - So che in famiglia avete due figliastre e una nipote che per età potrebbero essere compatibili con mio fratello che, al momento, frequenta l'ultimo anno a Hogwarts. Mi piacerebbe facesse un matrimonio importante e una famiglia come la vostra è l'ideale. In cambio potrei offrire i servigi dell'Ufficio per cui lavoro, se dovessero interessarvi. - Gli Abbott erano infatti una delle famiglie che si occupavano di Cooperazione internazionale. Tutte le richieste di matrimoni con membri dell'alta società all'estero passavano sempre da qualcuno di loro. Ovviamente ignorava che la Greengrass in quel momento, più che con l'estero, mirava a una certa Lady non troppo lontana, che poi era una sua amica d'infanzia.

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    Ronald J. Keane

    A Buckingham Palace molte cose andavano oltre l'immaginazione, ed ogni volta, mettendo piede oltre i cancelli, si poteva respirare quell'aria che incantava. L'idealizzazione di una cosa è sintomo dell'amore, si potrebbe quasi dire, ci si innamora esattamente dell'idea che ci si è fatti di quella persona. Si potrebbe definire quasi un concetto egoistico che, a poco a poco, si instaura nella mente ed a quel punto diviene impossibile utilizzare i propri sensi. Doveva essere così che ci si sentiva da giovani, provando forti emozioni per qualcuno, ma il campo non poteva essere ristretto soltanto alle persone.

    Immaginare che cosa volesse dire passare da una cerimonia ecclesiastica sontuosa dall'Abbazia di Westminster alla sala da ballo del palazzo reale era qualcosa che poteva lasciare spiazzati. Peccato che quell'amore fosse andato perso già da tempo per Ronald J. Keane. Oh, certo che ricordava la prima volta che ci aveva messo piede in quei luoghi: la testa quasi girava, se non si fosse retto a qualche colonna difficilmente avrebbe potuto alzare gli occhi e guardare su. Era architettonicamente tutto bellissimo, ma il punto non era assolutamente quello. Sia l'abbazia che il palazzo reale potevano provocare vertigini più per ciò che rappresentavano che per ciò che erano di per sé: ciò poteva spaventare o eccitare, ovvero allo stesso tempo entrambe le cose.

    Gestire le emozioni era fondamentale, Ronald lo sapeva bene e nel suo abito grigio si stringeva ogni tanto con le spalle respingendo qualche brivido di freddo. Tutto sommato la cerimonia in chiesa era stata particolarmente toccante, gli aveva ricordato molto le modalità con le quali si era svolta la propria. Infine il tutto si era spostato nella sala da ballo della corte, e questo poteva solo essere evidente vista la pioggia che scendeva fitta in quei giorni e che nemmeno in quel caso li lasciò in pace. C'erano abituati, però, erano in Inghilterra, dopo tutto. Ashley, che stazionava perennemente sotto al suo braccio, gli fece un cenno un po' stizzita perché forse lo aveva notato più silenzioso del solito. Era un modo strano di comunicare, ma gli apparteneva come qualcosa di unico, e la complicità si poteva intuire subito anche dall'esterno, sebbene non fossero più novelli sposi né tanto meno navigati coniugi.

    Ashley era già alla seconda gravidanza, eppure gli sembrava davvero ieri che suo padre l'avesse condotta all'altare. Ronald dal canto suo non poteva sperare di meglio, riteneva che fare figli fosse il loro compito in terra e non capiva chi come i suoi genitori ne avesse avuto uno soltanto. D'altronde, non era solo un compito ma, come tutti gli uomini di quell'epoca, nessuno poteva definirsi tale senza prole. Sua moglie lo sapeva bene, e l'aveva, com'era giusto secondo lui, accettato senza alcun tipo di remore. D'altronde, le donne in quella società non avevano granché da fare se non le madri, ed in realtà come appartenenti alle caste privilegiate del regno era improbabile che adempissero anche pienamente a quel compito. Certo, i figli erano partoriti da loro, ma tutto ciò che avveniva dopo era compito delle bambinaie prima e dei tutori dopo. Ronald e Ashley in controtendenza erano forse anche fin troppo presenti: il padre si occupava della prima figlia almeno una volta al giorno, supervisionandone la crescita. Era la luce dei suoi occhi: Celestia. Le aveva dato un nome che ambiva alla regalità, ed era davvero la sua regina, l'amava sinceramente e non solo per le emozioni positive che gli suscitava.
    Ashley anche era molto presente, molto più del marito, com'era legittimo, la teneva in braccio almeno tre volte al giorno perché era importante che la facesse sentire coccolata ed apprezzata fin da subito. Celestia, inoltre, era accudita da ben tre bambinaie popolane: era un lusso che la metteva quasi allo stesso livello di una figlia del Re di Francia.

    Ronald ed Ashley si sentivano i migliori genitori del mondo. Non passava nemmeno lontanamente nella loro testa che ci potesse essere anche solo una macchia nel loro quadro familiare. Ronald era così determinato che la terza bambinaia l'aveva ingaggiata dopo che un suo vicino aveva fatto sapere a tutti di avere addirittura ben due servitrici di quel genere. Non poteva esistere in nessun universo che un Keane, men che meno un primogenito, potesse avere qualcosa in meno o pari a qualcun altro, lo avrebbe accettato solo se si fosse trattato del principe ereditario. Così, aveva provveduto nell'immediato: la terza bambinaia doveva essere a tempo pieno. In questo lavoro, aveva spiegato loro, non esistono turni. Specificando che non aveva intenzione di udire nemmeno un vagito da parte della figlia: guai se le fosse mancato qualcosa.
    Di per sé, era chiaramente esagerato, forse in quell'occasione Ashley ne ebbe anche un po' di paura. Non aveva mai visto Ronald arrabbiato, e non aveva assolutamente intenzione di scoprire di cosa fosse capace. Aveva imparato a conoscerlo bene, ad amarlo incondizionatamente ed anche un po' a temerlo. Portava in grembo la sua prole con orgoglio e si riteneva soddisfatta del suo ruolo in famiglia: in effetti, era l'unica che potesse anche solo pensare di parlargli quasi alla pari in casa sua.

    «Mi sono solo perso in un dedalo di pensieri». Le disse sottovoce per non darle ulteriori spiegazioni. Non aveva intenzione nemmeno di pronunciare una parola relativamente alle cose che gli passavano per la mente. Era divenuto responsabile, ma sicuramente aveva ancora molta strada da fare prima di raggiungere vagamente il suo scopo. Doveva aspettare che le acque si calmassero, certo, ma era anche convinto che presto qualcosa di importante sarebbe accaduto. Il Direttore, credeva, lo avrebbe convocato da un giorno all'altro ed era l'aspetto più positivo della questione. Non sapeva se si trattasse della discussione che aveva avuto con il figlio, ma qualche ipotesi l'aveva. Eppure, doveva tener conto dei risvolti negativi.

    Tra un saluto e l'altro, notò una cosa che lo sorprese molto, attirò la sua attenzione come succede alle api col miele. Ashley, che non si era staccata da lui, era stata avvicinata da alcune damigelle che conosceva che ora gli conversavano intorno come tante ochette. Era stato costretto anche a scambiare qualche parola con i loro accompagnatori, molto più giovani di lui ed altamente insulsi. In quel momento, aveva notato una persona che gli aveva particolarmente rubato gli occhi, ed era in presenza di un'altra che altrettanto lo interessava ma per aspetti diversi.

    «Ti chiedo scusa, torno presto». Disse alla moglie che quasi non si preoccupò nemmeno di rispondere e lo lasciò a spasso per la sala. Ronald si avvicinò spedito, senza farsi alcun tipo di domanda.

    «Miss Potter, che piacere vederla». Eluned Potter era forse una delle persone più strane che avesse mai incontrato. Tempo fa ci ebbe a che fare, e l'impressione fu quella di avere a che fare con una persona particolarmente arrabbiata con il mondo. Non ne sapeva fino in fondo i motivi, perché poco gli interessava averci a che fare. La sua interlocutrice, invece, non la conosceva affatto ma era in realtà la persona che lo aveva colpito di più in quella sala, dunque voleva guardarla meglio e scambiare con lei qualche parola, com'era giusto fare per tenere rapporti con tutte le famiglie. L'aveva vista vicina agli Abbott, dunque suppose che fosse una di loro.
    «Devo averla vista da qualche parte ma proprio non riesco a ricordare dove... e ciò lo ritengo assai strano». Non ritenne opportuno presentarsi. Lui era Ronald J. Keane, e la sua reputazione era cresciuta così tanto in pochi anni che credeva lo conoscessero anche i bambini. La realtà era diversa, molto, ma Ronald era fatto così e nessuno lo avrebbe portato con i piedi per terra. In molte cose era realista, ma su quella questione sembrava vivere su un altro pianeta.
    La guardò intensamente quasi socchiudendo gli occhi per concentrare lo sguardo su di lei.

    Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.


    Edited by Hatrax - 26/1/2024, 16:17
     
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    Dama Titania Avonlea Gaunt
    Titania voleva sinceramente provare a conoscere Janice, non le dispiaceva infatti fare nuove conoscenze anche se forse era stata un pò spinta dallo stato di lungo fidanzamento a ricercare, forse, una qualche similitudine tra la sua situazione e quella dell'alta funzionaria. Tuttavia Janice non rispose alla sua domanda, riguardo a eventuali pressioni familiari sullo sposarsi, ma piuttosto commentò la sua uscita sul fatto che sua madre sembrasse desiderare ardentemente dei nipotini. "Il meglio, eh..." Se ne uscì senza nascondere un aria lievemente mesta. "E se non sapessero davvero cosa sia il meglio per le loro figlie?" Domandò poi con fare retorico e quasi di sfida. Anche se si rese conto ben presto che non fosse da lei e che un modo di fare del genere non l'avrebbe aiutata a fare amicizia, difatti abbassò un attimo lo sguardo e poi lo spostò nuovamente per cercare istintivamente Dama Fleur. Anche se in quella veloce occhiata non la trovo, ma era certa si trovasse lì da qualche parte con suo marito o con le sue migliori amiche. "D'altronde quale donna non vorrebbe adempire ai suoi doveri coniugali e desiderare di avere dei bambini." Se ne uscì poi, una volta riportato lo sguardo su Janice, con un fare sconfitto e un sorrisetto nervoso sul volto. Titania si sentiva non solo imperfetta ma anche rotta, due cose che perlomeno poteva condividere con suo marito, i due si erano senz'altro trovati, però nonostante questo tutto ciò le aveva messo un tarlo nella testa e delle domande a cui non avrebbe saputo rispondere. La giovane nobildonna infatti si sentiva un pò braccata, forse aveva sottovalutato troppo la situazione quando Egan le aveva detto di non voler assolvere i suoi doveri coniugali e non avere figli, non aveva nulla contro suo marito, anzi, si riteneva più che fortunata. Anche perchè Egan l'aveva salvata da un destino dove avrebbe dovuto concedersi a suo marito ogni volta che voleva e avrebbe dovuto mettere al mondo dei figli. Era quindi davvero felice che Egan fosse schifato dai rapporti sessuali e che l'amasse, come lei d'altronde amava lui, in modo puramente platonico. In un certo senso era stata la naturale evoluzione della loro amicizia anche se per lei Egan era più che un amico, era la sua metà, il suo compagno di vita. E lo sarebbe stato anche senza nulla di carnale. Su questo ne era più che convinta e avrebbe difeso questa verità ad ogni costo. Nessuno doveva intromettersi tra lei e il suo adorato marito. E allora perchè lo permetteva a sua madre e alla società? Certo, loro non sapevanno, e se si fosse saputo chissà quale malelingue sarebbero finite su di loro. Però seppur non potesse ammetterlo apertamente forse... forse poteva dirlo a sua madre? Dama Morrigan lo sapeva bene e l'aveva accettato. Se ne avesse parlato con lei forse si sarebbe sentita meno in difetto, perchè ciò che le dispiaceva di più era rendere infelice lei e probabilmente anche suo padre, e non tanto non accontentare la società. Seppur la pressione venisse da tutte le parti, non poteva negarlo. Per Egan era più facile fregarsene dato che era un uomo. Ma lei era stata cresciuta per essere una perfetta nobildonna e, a quanto pareva, non lo era per niente almeno confrontandola alla figura che la società si aspettava. Senz'altro un duro colpo per l'autostima di Titania ma aveva tante persone dalla sua parte, adesso mancava solo lei a doversi accettare e a dover dare coraggio a se stessa. Eh, si, aveva deciso. Avrebbe ammesso la verità a sua madre, l'avrebbe fatto insieme ad Egan, non sapeva se era pronta a deluderla ma non poteva più continuare a vivere senza sapere cosa ne avrebbe davvero pensato sua madre.

    If you keep believing, the dream that you wish will come true.
     
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    24 · ALTO FUNZIONARIO · CO-GESTORE DEVONSHIRE · Portfolio
    Sir Connor Joseph Fawley
    Connor sapeva che in quel contesto avrebbe trovato interlocutori che non condividevano il suo punto di vista. Ne era ben lieto. A parlare era la sua forte emotività, ad ascoltare la sua continua ricerca di attenzioni. Si sentiva galvanizzato dal confronto di idee come se fosse stato in un duello. Se gli avessero dato ragione molto probabilmente si sarebbe annoiato. A questo punto la questione dei minatori delle Highlands divenne una causa da portare avanti per alimentare, se fosse riuscito a risultare convincente, la sua autostima. Le sue capacità teatrali erano strabilianti in quei casi. Bastò concentrarsi sul pensiero di madri senza più figli, mogli senza più un marito e gli orfani affinché riuscì a dissimulare il divertimento per la disputa ideologica. Riaffiorò nella sua mente l’empatia per le famiglie dei minatori, questo lo rattristò. La fronte si corrugò in una espressione di pensiero e tensione. Restò in silenzio per qualche istante a fissare il vuoto, poi con tono pacato ma deciso esordì dicendo: < Un lutto aiuta la gestione della perdita per chi la sperimenta. E’ utile per chi resta, sentire la vicinanza della comunità. Questi riti contribuiscono alla stabilità e alla coesione delle società stessa. >
    Stava per commentare l’articolo di giornale citato da Sir Zacharias ma si interruppe. Guardandosi intorno aveva intravisto camminare tra la folla Lady Dumont-Phoenix in compagnia di damigella Eilidh. Nel cogliere il volto di Alisea, proprio mentre stava sorridendo lieta, ebbe un capogiro e i battiti cardiaci accelerarono di colpo. Provò un senso di estraneazione, tutto in quella stanza sembrava sfocarsi. Anche la musica sembrò cessare di colpo. Ogni cosa scompariva dalla sua attenzione all’infuori di quel volto. Durò qualche istante.
    Dopo la tempesta emotiva ritornò in se. Avrebbe voluto correre dalla donna che amava e magari chiederle di ballare, ma sapeva che era già impegnata e che l’avrebbe solo disturbata. Si rabbuiò. Guardò i tre gentiluomini con cui interloquiva, sperando che non avessero colto il suo mancamento. < Il Lord che si occupa delle Highlands, come ha avuto il buon senso di rimandare le sue nozze, dovrebbe curarsi maggiormente della sicurezza dei suoi lavoratori. > Disse con tono poco sicuro e teso, cercando quantomeno di cadere in piedi. < Berci su mi sembra una ottima idea. > Aggiunse facendo un cenno ad un cameriere, lo stesso che aveva appena servito da bere a Sir Zacharias. < Per me un doppio whiskey, grazie! E per voi due? > Disse al cameriere per poi rivolgersi a Egan e Fionn.


    La luce più abbagliante si accende con una sola scintilla
     
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    Lord Egan B. Gaunt
    Caporale Fionn L. Montague
    Nessuno, eccetto Fionn, sembrò curarsi di quello che aveva iniziato a dire e ciò lasciò Egan piuttosto interdetto non sapendo se doversi sentire infastidito per essere stato ignorato oppure prendere ciò come un bene dato che la sua uscita, seppur interrotta, avesse ben poco di nobile. Ad ogni modo lasciò correre e cercò di seguire i discorsi tra l'amico e lo Zabini. "Sir Zacharias ha ragione. E, per quanto possa dispiacermi, perchè dovremmo fare un lutto nazionale per dei minatori. Mi sembra esagerato." Si intromise quindi Egan dando ragione a Sir Zacharias e poi continuare a dire cosa pensasse con oonestà e un pò di scetticismo verso le idee del Fawley. "Inoltre, se posso permettermi, con tutta la gente innocente che muore ogni giorno non potremmo dare preferenze ad alcuni piuttosto che ad altri." Si aggiunse Fionn dicendo anche la sua sull'argomento. Ad ogni modo alla fine i due alti funzionari optarono per berci sopra e Connor chiese ad Egan e Fionn cosa desiderassero bere. "Un bicchiere di Whisky per entrambi andrà benissimo. Vero?" Rispose Fionn con tono pacato per poi chiedere conferma al suo migliore amico. "Si, va benissimo." Gli rispose quindi Egan, proprio come si aspettava l'Auror, ringraziandolo mentalmente per aiutarlo a non uscire da quella situazione ubriaco. E non ci voleva molto dato che Egan reggeva davvero poco l'alcol. E, forse anche a causa di questo, non si era mai rivelato un grande amante degli alcolici. Ma davanti gli amici, sopratutto nelle occasioni di festa, non poteva dire di no. Insomma che figura ci avrebbe fatto?

    A friend is someone who understands your past, believes in your future, and accepts you just the way you are.
     
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    If it's a war you came to see you will never see a waved white flag in front me.

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    SIR ASTER ALEXANDER BURKE
    DAMIGELLA SIRONA V.M PARKINSON


    Aster, Proprio non riusciva a non mostrare la sua insofferenza: Ogni tanto, si poteva notare un leggero rollio degli occhi quando incrociava lo sguardo di persone particolarmente noiose o presuntuose. Il suo corpo sembrava quasi ansioso di liberarsi da questa monotonia, e ogni movimento trasudava impazienza. Le sue espressioni facciali erano eloquenti: un sollevare di sopracciglia, un ghigno sarcastico, tutto contribuiva a dipingere il quadro della sua insofferenza. I gemelli, non erano lì o comunque se erano lì, dopo la trovata portata avanti durante il matrimonio di Egan e Titania sicuramente erano stati minacciati di possibili e pesanti ripercussioni. gli viene da sorridere comunque nell'immaginarli dentro il baule chiusi a chiave. E comunque tutto questo era la più completa dimostrazione che la gente proprio non sapeva divertirsi! Aster si sforzò di nascondere il suo disappunto dietro un sorriso compiaciuto, guardando prima Evan e poi Mabelle - Non possiamo mai avere un momento di pace. mai una volta che qualcosa vada per il verso giusto. E comunque tutto questo per un piccolo scherzo amichevole... Mica è morto qualcuno - Non ancora... Pensò e sibilò tra denti serrati, mentre il suo sguardo tagliente scrutava l'ambiente circostante. Ogni tanto si fermava per prendere un sorso da un flute di champagne, cercando forse un po' di sollievo in quel liquido dorato. Tuttavia, la sua insofferenza continuava a emergere in ogni suo gesto e commento, rendendo la sua presenza un elemento di contrapposizione in mezzo a quella festa di facciata. La proposta di Evan su cosa fare per animare l'evento lo fece riflettere. Aster si grattò il mento con un'espressione pensierosa, poi sorrise maliziosamente. - Cosa fare? Oh, ho alcune idee in mente- disse, con un tono che trasudava malizia. Non sapeva però quale poteva essere la reazione di mabelle, si insomma, ok gli scherzi ma era solito non andarci leggero, anzi. - Ehehehe.. Mi serve giusto un cameriere, anzi no, un paio di camerieri se non tre... E qualcosa con cui scrivere e su cui scrivere - l'idea era quella di iniziare a scrivere bigliettini su bicliettini da infilare di nascosto nelle tasche dei signori o far consegnare ai camerieri direttamente alle miss o alle dame e damigelle invitate. ovviamente con contenuti non propriamente simpatici o decisamente imbarazzanti, giusto per creare un po' di suspance e confusione generale. Oppure quella di incantare le scarpe di qualcuno che si stava dando alle danze.. Le opzioni erano tante ma quelle dei bigliettini forse potevano fare al caso suo. - Facciamo il gioco delle attenzioni , cameriere? - cercò quindi di richiamare l'attenzione di alcuni camerieri presenti in sala. Sapeva bene che gli scherzi dovevano essere al limite, sufficientemente audaci da suscitare reazioni divertite, ma anche abbastanza facili da evadere in caso di rivelazioni indesiderate. - Se volete divertirvi un po' senza fare del male a nessuno... Giusto per animare un po' la serata.. Venitemi incontro -
    E se Aster continuava imperterrito a cercare di mettere su qualcuno dei suoi soliti scherzi, Sirona si stava preparando alle danze: Sirona, sempre regale nei modi e nello sguardo, acconsentì con una lieve inclinazione del capo quando Bryon le chiese di prendere la sua mano per il ballo. Il contatto avvenne con la stessa eleganza di un'antica danza di corte, come se ogni movimento fosse una forma d'arte. Ed in effetti era esattamente così: Sirona per quanto libertina comunque preferiva sempre avere atteggiamenti e comportamenti nobili. Mentre danzavano, Bryon parlò della corte come se fosse un campo da Quidditch, e un sorriso lievemente enigmatico sfiorò le labbra di Sirona. - Un gioco complesso e a volte pericoloso, non trovate?- rispose, gli occhi fissi negli occhi di Bryon. -Ma è un gioco che sappiamo ben manovrare...Bisogna saper lavorare di strategia e colpire ove necessario e con la giusta tempistica - Sirona, sempre precisa nei movimenti, replicò poi ancora, sempre sorridendo: - Le partite di Quidditch sono un confronto aperto, senza maschere. Al contrario, la corte è un luogo di politica e inganni. Diversi mondi, entrambi intriganti. - La conversazione si spostò su Parkinson e Weasley, e Sirona annuì, confermando la differenza tra le due famiglie nonostante fossero dello stesso partito. - mmh, Mio padre si, confermo la corrente politica ma spesso aveva e ha progetti che non condivido pienamente, perchè per quanto si voglia sembrare liberali.. Bisogna comunque scendere a compromessi e a me i compromessi non piacciono..- sussurrò, come se rivelasse un segreto in mezzo alla danza. -La politica può essere un gioco pericoloso, ma io preferisco la libertà di decidere il mio destino.. cosa che purtroppo, non è ancora possibile. Ma, tempo al tempo, non trovate? - disse schietta, seppur continuando a mantenere iil sorriso. Quando Bryon menzionò il Quidditch, Sirona sentì la sua attenzione catturata. - con me sfondate una porta aperta, Abbott, Il Quidditch è una disciplina meravigliosa- ammise, gli occhi accesi di un bagliore appassionato. - Chiamatemi quando organizzate qualcosa e sarò sicuramente disponibile, al di la degli impegni che potrei avere - disse ancora una volta sorridendo. Avrebbe veramente incasinato i piani pur di passare qualche ora a giocare a Quidditch o fare altre delle sue attività preferite, tempo che altrimenti avrebbe passato a dover scappare dalle responsabilità. Con Bryon, Sirona si sentiva libera di discutere di qualsiasi cosa, dalle passioni personali agli argomenti più profondi, mantenendo sempre quel velo di mistero che la rendeva affascinante. Ogni passo a ritmo di musica sembrava un'occasione per esplorare mondi nuovi e avvicinarsi a quella piccola rivoluzione che covava silenziosamente dentro di lei.

    You Want a Battle? (Here's a War)
     
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    Mika|Aisha

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    Miss Eluned Potter
    Damigella Eilidh Weasley
    La Potter smise di guardare Evan e Mabelle, ma si fece pensierosa in quell’attimo che li osservò come se stesse macchinando qualcosa dove c’entrava appunto Evan, ma quanto pensò non poteva attuarlo lì. Con la coda dell’occhio riprese a guardare Alec ma lo distolse poco dopo di nuovo come se avesse appena fatto qualche pensiero più complesso visto cosa aveva in mente. Il tutto fu interrotto quando sua cugina Camila si avvicinò a lei, non la vide subito essendo di spalle. Ascoltò con stupore quanto disse, visto lo sguardo leggermente sgranato, aggrottò la fronte. <Oh sì. Sta piangendo disperato per quella lì…> Sarcastica, ma fraintese poco dopo, perché probabile si riferisse a Evan sui gusti e sull’essere vecchia. <Ma, secondo te, può piacermi uno così brutto come quello lì???> Indemoniata la voce le uscì, ritrovandosi ad alzare ma solo in modo leggero la voce e fissò più in cagnesco Alec, voltandosi di scatto verso Camila. <E poi vecchia? E perché ti sembra che quello sia il giovanotto ventenne? Mia cara, uno sguardo alla tua vista ci vorrebbe proprio…> Evan naturalmente non lo prese in considerazione su eventuali gusti perché uno era fin troppo giovane per lei e secondo non provava niente per quel ragazzino, giustamente. Scontrosa, ringhiando, punta sull’orgoglio, anche perché quello brutto come lo appellava lei, le piaceva eccome. Adocchiò nel trambusto la futura cognata, ma la evitava perché evitava in realtà James e temeva che avvicinandosi poteva spuntare il fratellone e poi no non era il tipo di fare conversazione tra donne. Teneva d’occhio Eilidh solo che Alisea non le andava per niente a genio quindi si limitava a scuotere il capo con disappunto sulle “amicizie” discutibili -a suo parere- della rossa. Solo l’arrivo di Keane distrasse la mora dalla conversazione con Camila. <Sir Ronald Keane…> Un cenno del capo smosse la capigliatura acconciata, in quel gesto di saluto fatto all’uomo, con un sorriso di circostanza, forzatissimo. Non lo fermò di certo per far conversazione, al momento odiava gli uomini più di prima, ma si limitò a fissarlo per capire cosa stesse facendo così da poter giudicare l’ennesimo essere vivente maschile per qualunque cosa adatta per quella società, ma non adatta per lei. In tutto ciò a cercare lo sguardo dell’Alta Funzionaria fu proprio Eilidh, che adocchiava la mora durante la conversazione con Alisea, dove alle prime della ragazza arrossì. <Oh beh… Non è per quello.> Sincera esclamò riguardo il diventare Lady, però certo non le dispiaceva affatto, ma se lo avrebbe ammesso avrebbe sentito la vocetta della cugina Potter, nella testa, criticarla da lì fino all’infinito. Ma si concentrò sul discorso. <Io non riesco a battere la mia timidezza, come dovrei fare?> Chiese titubante, i tratti del viso docili per natura si rattristarono, le labbra carnose si incurvarono verso il basso. Apprezzò tutti quei consigli. <Sottomessa?> E guardò verso Eluned che le diceva sempre tutt’altro su come essere con gli uomini. <[color=#faebd7]E a Evan e Corvus apprezzano questo? Anche se non credo di esserlo almeno quanto basta certo… Io…> Ma socchiuse gli occhi come a voler spegnere i discorsi “rivoluzionari” della Potter, nella mente. <Vecchia? Però non sembra…> Mormora fissando Eluned ora insistentemente per cercare tracce di vecchiaia, le rughe, insomma come se da lontano potesse ispezionarla meglio. <Un buon partito.> Ripeté convinta annuendo orgogliosa di sé stessa. <Secondo Evan sì. Dovevi vederli anzi vedere lui… Pendeva dalle labbra di Eluned…> Sospirando, convinta di quello che dice perché naturalmente aveva frainteso anche se non era per niente così, anzi. <Sì più adatta.> Cercò di trovare un briciolo di amor proprio visto la sua insicurezza. <Non lo so… Da una parte vorrei Corvus, lo sogno ormai da mesi, ma adesso… c’è anche Evan… Però… Però…> Niente non sa decidersi. Che toccherà ad Alisea farlo per lei? Infatti, l’idea di ballare con uno dei due la iniziava a far diventare di mille colori in viso, boccheggiando come se le mancasse l’aria.

    Differenze di abitudini e linguaggi non contano se i nostri intenti sono identici e i nostri cuori aperti.
     
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    Yoninah...

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    Ten. Edmund Longbottom
    Edmund fece fare un ultimo giro di ballo a sua madre, prima di farle un inchino e scortarla con un sorrisetto divertito fuori dalla pista. Era stato molto interessante chiacchierare con Madama Longbottom, aveva scoperto sfaccettature dei membri dell’alta società che non conosceva prima e si era reso conto, soprattutto, che sua madre era una fonte quasi inesauribile di informazioni, per quanto esse fossero abbastanza inutile. Avrebbe comunque dovuto tenerne conto in caso si fosse trovato ingarbugliato in qualche indagine nelle due caste più importanti, cosa che fortunatamente non succedeva così spesso, per lo meno non a lui.

    Fece per scortare sua madre al divanetto dove era seduta prima del ballo con lui, ma Neville lo intercettò prima che potessero fare anche solo qualche passo in quella direzione. Il gemello prese la madre sottobraccio, dicendole che voleva farle conoscere un tale, probabilmente un altro Auror che aveva conosciuto durante il suo lavoro; Edmund scambiò solo qualche parola con il fratello, si canzonarono a vicenda di quanto stavano facendo nel loro ruolo di Auror, e lo fecero bonariamente solo per evitare di essere ripresi dalla madre, perché solitamente erano molto più astiosi a puntare il dito sulle imperfezioni dell’altro.

    Ruotando gli occhi mentre si allontanavano, Edmund si chiese per l’ennesima volta come avevano fatto ad allontanarsi così tanto, quando da bambini erano invece molto uniti. Con la morte del fratello maggiore erano tornati ad avvicinarsi e avere un rapporto quasi normale, ma nulla a che vedere con quello che avevano prima di iniziare la scuola. Probabilmente se si fossero impegnati sarebbero anche stati in grado di ricucire il rapporto, ma erano diventati molto diversi e, per il momento, non sembrava che né lui né Neville fossero intenzionati a fare il primo passo.

    Fece un sospiro, poi si avvicinò al tavolo degli alcolici, facendo il giro lungo quando si rese conto che sul suo percorso c’era anche il cugino Montague, con cui non aveva alcuna intenzione di perdersi in chiacchiere: per quanto avessero probabilmente interessi simili in quel momento, Edmund aveva raggiunto la consapevolezza, durante il ballo con sua madre, che doveva rilassarsi ed evitare di pensare al lavoro, altrimenti non si sarebbe goduto la serata. Temendo che Montague potesse intavolare un discorso sulla situazione attuale, quindi, fece il giro largo e si posizionò vicino al tavolo degli alcolici, osservando i vari gruppetti con un interesse maggiore rispetto a quello che aveva avuto a inizio serata. Chissà che non ci fosse qualche sviluppo interessante...
    Who we are and who we need to be to survive, are very different things
     
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    Capitano Cale H. Moody
    Mabelle C. L. E. Redfyre


    Cale, anche se non sembrava, aveva preso molte cose in considerazione mentre sceglieva un possibile partito per la nipote: tanto per cominciare, ovviamente, un alto funzionario o un nobile; poi una età entro i quattro anni da Louise in modo che i due potessero avere quanto più possibile in comune e quanto più tempo possibile insieme; altra cosa che aveva controllato era stato, con suo sommo dispiacere, un quantitativo incredibile di gossip venuto fuori direttamente dalle labbra piene e colorate di rosso di sua madre, Madama Moody, delle sue sorelle e della sua fidanzata. Aveva scartato vari giovani solo perché aveva sentito brutte voci su fratelli maggiori, padri e zii: giovani nati in famiglie con certi soggetti erano più rischiosi di quanto a Cale interessasse giocare sulla pelle di Louise che, dopo la perdita di suo padre, meritava di poter apprezzare ed essere felice con suo marito.
    Lo meritava in ogni caso, in realtà, ma l'essere rimasta orfana di un genitore di certo le dava ancora più diritti.
    Comunque, tra i vari nomi che erano rimasti tra le sue mani dopo l'attenta sfoltita - e gli era particolarmente piaciuto scartare Axter Malfoy, non che avesse nulla contro il Lord del Kent, ma era imparentato con i Caulfield e no, assolutamente no - erano rimasti i fratelli Redfyre, vari cadetti di varie famiglie, e poi li aveva visti e aveva pensato di aver avuto un colpo di fortuna.
    I figli del Colonnello Deschamps.
    Figli di un Colonnello pluridecorato del corpo Auror, di cui - nonostante i vizi - Cale aveva sempre e solo sentito frasi di pregio e complimenti, persino da quello che ormai era lo scheletro di suo padre, Ichabod Moody, che lo aveva più volte definito una delle "speranze" della generazione.
    Gli stessi figli non avevano pettegolezzi a loro carico, anzi, e in generale la famiglia Deschamps godeva di ottima fama.
    Per questo aveva deciso di avvicinarsi prima al Colonnello Tyrion Deschamps, ciò che aveva sottovalutato era la gentilezza dell'altro auror.
    «Lei è molto gentile, Colonnello. Mio fratello avrebbe ancora potuto dare molto a questo paese, era sicuramente il migliore auror tra di noi» disse Cale con assoluta sincerità: Jacob era molto migliore di Haytham, Edward e dello stesso Cale.
    Cale ascoltò con estrema attenzione e compostezza le parole dell'altro auror, facendo roteare lo champagne - la cosa più alcolica che gli si potesse mai trovare in mano - nel bicchiere quasi distrattamente, prima di sorridere un po' più sinceramente «Se mi permette Colonnello: se vostro figlio ha preso la vostra gentilezza è già un ottimo partito» cominciò, prima di proseguire: «Mi assicurerei ovviamente che Louise abbia la piena consapevolezza di cosa significhi sposarsi nella vostra famiglia, e che abbia il tempo di rifletterci. Penso comunque che l'idea di aspettare e lasciare che si conoscano sia ottima, se avessero differenze caratteriali troppo importanti la mia famiglia non sarebbe incline a procedere, vorremmo che avesse un matrimonio felice. E questo significa due persone felici insieme» termino Cale, riportando lo sguardo sul colonnello.
    «Il fatto che siano ancora entrambi a scuola almeno ci aiuta: di certo si conoscono e hanno almeno una opinione reciproca su cui potremmo indagare. Direi comunque che potremmo vedere come va, giusto?» terminò Cale, porgendo la mano destra all'altro. Se l'avesse stretta la mattina dopo stessa avrebbe parlato con Louise, prima che questa rientrasse ad Hogwarts, per vedere cosa pensava del giovane Tygett Deschamps.


    A vari metri di distanza stava Mabelle, intenta a estrapolare informazioni da suo cugino, anche se non era affatto semplice: Evan era abile quanto lei, anzi forse anche di più, a non farsi sfuggire nulla di più di quanto intendesse dire in ogni situazione.
    «Lo zio è sempre stato molto restio a cedere quello che considera suo» sussurrò in risposta, assolutamente abituata alle faide interne alla famiglia Rosier: in fondo non era un segreto per nessuno il fatto che l'attuale Lord del Tayside avesse avuto modo di accedere al titolo prima del previsto alla morte di suo padre, il precedente erede.
    Il fatto che ora il suo "perfetto erede" Marcus fosse fuori dai giochi era ovvio che lasciasse il Lord del Tayside con un dente vagamente avvelenato persino nei confronti del suo stesso figlio. Il fatto che Marcus, all'epoca, fosse sfuggito alla morte lasciava ancora Mabelle senza parole.
    «Gelosa? Io? Certo che sì» rispose Mabelle, con una risata assolutamente non contenuta, ma nascosta abilmente dietro il ventaglio appeso alla mano sinistra. Annuì alle parole successive di Evan, ma lasciò cadere il discorso "futura lady del Tayside" per tornare alla prima frase del cugino.

    «Sai Evan» sussurrò Mabelle, a voce ancora più bassa di prima, dando una veloce occhiata attorno per assicurarsi che nessuno fosse a portata di orecchio e portando il ventaglio nero davanti al viso per nascondere le proprie labbra: «Penso che dovresti iniziare seriamente a creare la tua... Fazione, all'interno dei Rosier. Al momento tutti obbediscono ciecamente a tuo padre, ma dovresti iniziare a creare le tue alleanze in famiglia. Sai come siamo fatti, dagli qualcosa, crea matrimoni migliori ai cugini e cugine che ti appoggiano e fai aspettare quelli che non lo fanno. Aiutali a ottenere posizioni o vantaggi, lavorateli. Sei bravo a leggere le persone e a capire cosa vogliono, e sei bravo a ottenere informazioni. Normand e io siamo già dalla tua parte, mia madre sarà dalla nostra parte, puoi raccattare i favori di altre zie senza troppa fatica, e lo stesso vale per gli zii» Mabelle sorrise da dietro il ventaglio, un sorriso quasi diabolico considerato che stava parlando di tradire il suo stesso zio, ma cosa non si fa per un cugino a cui si vuole bene?
    Mabelle ed Evan erano simili abbastanza da capirsi e diversi abbastanza da sapere quando voltarsi dall'altra parte, ma c'era una cosa che Mabelle amava particolarmente di Evan: molti le avrebbero promesso di starle vicino nelle avversità, Evan le avrebbe chiesto dove voleva che lasciasse il corpo dei suoi nemici, dopo averli uccisi per lei. E questo per Mabelle era un rapporto davvero privilegiato.

    Prima che potessero continuare il discorso, però, erano arrivati da Aster e per quanto Mabelle solitamente si tenesse ben lontana da elementi... disturbanti, alle feste, purtroppo in quel momento doveva evitare un duplice omicidio. O meglio, doveva evitare che Evan assassinasse l'ultima scapola Scamander e l'amico popolano di Lord Egan Gaunt a palazzo. Quello che succedeva fuori non erano affari suoi.
    «Penso che l'amore abbia fatto mettere la testa apposto a Lord Egan. Oppure gli è caduto un drago in testa, tutto è possibile. Detto ciò effettivamente queste feste stanno diventando un po' troppo variegate» continuò Mabelle, senza nemmeno voltarsi, sapendo perfettamente su chi era caduto lo sguardo di Evan.
    Ascotò la proposta dei bigliettini di Aster e si trovò a sorridere per l'idea: effettivamente divertente ma non per forza riconducibile a loro.
    «A te l'onore di cominciare cugino, anche se ammetto che se qualcuno rendesse il pavimento scivoloso sotto i piedi di alcuni invitati, forse lo sarebbe ancora di più» ed Evan probabilmente non si sarebbe stupito nel vedere lo sguardo acido di Mabelle posarsi su Eos, intenta a danzare con un uomo che Mabelle davvero non riusciva a riconoscere.
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    Evento terminato

    Assegnazione exp



    Grazie a tutti gli utenti per la partecipazione. Speriamo che questa finta ambient abbia divertito a sufficienza. L'importante, dopotutto, era permettere a tutti coloro che si trovavano a corte di giocare l'evento, in qualsiasi forma.

    Assegnazione punti esperienza


    - Sir Connor Joseph Fawley > 13 exp
    - Lord Egan Blake Gaunt > 13 exp
    - Dama Titania Avonlea Gaunt > 13 exp
    - Caporale Fionn Layton Montague > 13 exp
    - Sir Aster Alexander Burke > 13 exp
    - Damigella Sirona Verbeia Morrigan Parkinson > 13 exp
    - Capitano Cale Hasan Moody > 13 exp
    - Damigella Mabelle Cordelia Lisette Evanna Redfyre > 13 exp
    - Madama Angelica Vanessa Ophelia Leonhart > 12 exp
    - Lord Evan Domeric Brandon Aleister Rosier > 12 exp
    - Sir Zacharias Albion Greyson Zabini > 12 exp
    - Colonnello Tyrion Janney Deschamps > 12 exp
    - Lord Duncannon Tevin Gaunt > 12 exp
    - Lady Alisea Clemence Emily Dumont-Phoenix del Devonshire > 12 exp
    - Miss Janice Leona Longbottom > 12 exp
    - Miss Camila Hanna Ofelia Abbott > 12 exp
    - Sir Arlo Vincent Livingston Abbott > 12 exp
    - Sir Bryon Murchadh Balduino Abbott > 12 exp
    - Miss Eluned Potter > 12 exp
    - Damigella Eilidh Weasley > 12 exp
    - Tenente Edmund Longbottom > 12 exp
    - Lady Adele Elsie Greengrass > 3 exp
    - Sir Ronald J. Keane > 3 exp

     
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25 replies since 20/1/2024, 12:41   487 views
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